Il dottore si sveglia quando arrivano sul litorale. Trema, poi si drizza sul sedile: “Guarda, guarda!”. Indica degli uomini là sul molto vicino al frangiflutti, mentre i cavalloni si levano sopra di loro, alti e bianchi. Anche l’amico li vede. In distanza sembrano sfollati, forse disoccupati, forse solo sfaccendati girovaghi. Tutto lo sfondo del mare è plumbeo, tranne per le ondate bianche e spumose contro i frangiflutti. Si vede il lungo molo come un nastro che si spinge in mezzo al mare, in mezzo alla furia delle onde, e là schierati in file quegli uomini. Di lontano hanno l’aria di gente malmessa, con ombrelli, teloni sopra la testa, giornali sopra la testa, o chiusi negli impermeabili, con le mani in tasca, ma calmi, immobili, indistinti. Non si capisce cosa stiano a fare, là intruppati nella bufera. Sembra che aspettino la fine di tutto, pazientemente, senza muoversi, tra gli spruzzi delle onde, esposti alla tempesta che non smette d’infuriare.
Il dottore tossisce, deve avere la polmonite, a parte tutti gli altri suoi mali e acciacchi. L’amico dovrà portarlo all’ospedale, e all’ospedale lui cadrà in balia dei suoi colleghi con il delirio degli arricchiti. Questa è l’unica soluzione, e non è la migliore, dice l’amico, perché il dottore si troverà malissimo con quella gente. Ma io non so poi cosa sia meglio, forse è un errore come tanti altri, come le chimere a cui si corre dietro. Fortissime mareggiate lungo la costa sono annunciate dalla radio, che l’amico ora ha acceso. Si sente il vento ululare forte, scotendo i pali della luce, mentre si attende un uragano che viene dall’oceano o da chissà dove, poco importa. Intorno è come un deserto, ma un deserto grigio d’asfalto, tra sfilate di villette per le vacanze, alberghi per le vacanze, attrezzature balneari e luoghi di ritrovo popolati soltanto d’estate. Si ha l’impressione di un pianeta disabitato, con insegne commerciali che ci guardano passare, scosse dal vento. Dalla radio una voce, che sembra l’ultima voce della terra, sta trasmettendo notizie ai naviganti.
(da Notizie ai naviganti, in Cinema naturale, Feltrinelli, 2001)
L’immagine che illustra questo testo è di Luigi Ghirri. “Tsunami” è titolo redazionale.