Note in condotta

di in: Circolari

Tutto è corpo, e ogni corpo deve assolvere un dovere;
se non vuole essere nullificato deve avere una finalità,
che si manifesta nell’obbedienza alle grandi leggi
del respiro personale, e del respiro di tutti gli altri viventi. 
E queste leggi non possono essere trascurate”.
Anna Maria Ortese, “Corpo celeste”

Le “note in condotta” sono scritture raccolte nel diario di classe, con le quali gli insegnanti registrano e sanzionano, brevibus verbis, eventuali comportamenti anomali o indisciplinati degli alunni. Quando gli insegnanti si trovano di fronte a comportamenti eccezionali, violenti o bizzarri, da parte di certi ragazzi (anche in certe scuole, è chiaro), chissà perché, la prima cosa che viene loro in mente di fare è “scrivere una nota sul registro”.

All’epoca del dibattito sull’abolizione del voto in condotta (oggi invece è stato reintrodotto: ma si sa, il mondo cambia, e la scuola italiana cambia ancora più velocemente del mondo), mentre tutti discettavano a colpi di brillanti opinioni su cosa fosse meglio per i giovani, se castigarli di più o di meno, insieme ad alcuni amici avevamo cominciato a leggere e a trascrivere alcune “note in condotta” prelevandole dai registri delle classi in cui insegnavamo, perché ci facevano ridere e pensare. “Donnarumma si rifiuta di prendere il quaderno per lavorare”. “Chierchia dà uno schiaffo al compagno Cestaro senza alcun motivo”. “D’Aniello disturba le compagne creando disordine e distrazione”. Ecco un tipo di scrittura, ci dicevamo, – quasi un genere letterario -, animato da una naturalezza e schiettezza solitamente estranee alle asserzioni pedagogiche.

In effetti, le “note in condotta” sono come tante ginestre odorose nel deserto espressivo e comunicativo della scuola odierna: al di là della loro immediata funzione pratico-repressiva, offrono infatti un diletto e una felicità inusitati, oltre a notevoli spiragli di riflessione intorno a una scienza ancora tutta da inventare, ma forse utilissima: l’antropologia scolastico-pedagogica. Attraverso le “note”, – che lette tutte insieme, riunite per classi, danno anche l’idea di tanti teatrini buffi con pose stilizzate ed eroismi allegri -, si possono vedere e capire cose che normalmente – cioè con i normali strumenti didattici: griglie, valutazioni, analisi pedagogiche – nessuno vede e capisce.

Che cosa si vede e capisce? Innanzitutto, bisogna considerare che queste “note” costituiscono le uniche scritture ufficiali prodotte dall’istituzione scolastica, grazie alle quali è possibile osservare come si muovono i corpi (e non entità astratte come “alunni”, “docenti”, etc.) all’interno di un’aula: in particolare i corpi dei ragazzi insofferenti ai banchi, alle sedie, alle mura, agli obblighi, agli orari; ma anche i corpi degli insegnanti. Da rilevamenti di questo genere – asciutti, precisi, fantasiosi, realistici – si ricavano molte indicazioni circa i modelli di comportamento in uso, le dinamiche comunicative, le abitudini; ragion per cui se si pensa anche solo per un attimo a quello che potrebbe venir fuori se agli insegnanti, invece di compilare pile di scartoffie, fosse concesso di tenere un diario libero, scritto cioè in una lingua franca e naturale, di quello che accade attorno a loro, infine non avremmo bisogno di andare a leggere storie inventate o ipotesi azzardate in libri “di genere” per capire come funziona la scuola. Basterebbe poco: basterebbe assegnare un parte del tempo a osservare quello che sta fuori di noi e a farlo risuonare poi per iscritto con lo stesso stile sciolto e audace con cui sono stilate le “note in condotta”. Potrebbero venir fuori tante mappe diverse e articolate molto più interessanti e coinvolgenti delle più acute inquisizioni pedagogiche.

Ma la moderna sapienza tecnopedagogica su cui sono fondati ormai tutti i sistemi educativi pretende e impone l’utilizzo di uno sguardo distaccato e, conseguentemente, di una lingua astratta che costringe a rimuovere o distruggere tutto quanto sa di naturale – laddove la luce della ragione dovrebbe illuminare la natura, non bruciarla. Perciò mi piace pensare che la lingua franca usata dagli insegnanti nella scrittura delle “note” sia anche l’espressione di un desiderio di naturalezza non scomposta o irrazionale, che conceda finalmente di parlare di cose e persone con cui si ha a che fare quotidianamente per vivere, con la libertà fantastica dei discorsi ordinari.

Un’altra facile osservazione da fare a proposito delle “note” è che la comicità che emana da certe descrizioni denota più l’impotenza di chi scrive che una presunta, e alla fin fine insostanziale colpa di chi è punito. Come si può punire infatti un ragazzo che improvvisamente si mette a cantare? O uno che, interrogato, presenta il quaderno di un altro? Oppure quello che si mette a far girare il mappamondo e ride? Se non avessero intenzioni punitive, queste scritture parlerebbero di momenti felici: di sogni di evasione e di libertà: “Gargiulo lancia missili di carta fuori dalla finestra”. Ma ciò che salta in aria, a leggerle, è soprattutto la sempre esagerata serietà delle istituzioni (scolastiche e non solo), accompagnata spesso alla pretesa di manipolare ossessivamente e burocraticamente i bisogni del corpo – e salta in aria insieme alla fumosità astrusa di tutti i gerghi pedagogici, evidentemente troppo angusti e gelidi e inadeguati a raccontare quello che realmente accade in una classe. Il riso che promana alla lettura di questo campionario di gag ciniche, trabocchetti ingegnosi e ribellismi infernali, seppellisce davvero tutte le tristi “programmazioni”, “valutazioni” e “strategie” – “disciplinari” e “interdisciplinari” – e fa risorgere una scuola fatta semplicemente di ragazzi spudorati e di adulti che non sanno come affrontarli.

Dal punto di vista dello stile, si potrebbe tranquillamente dire che parliamo qui di un vero e proprio genere letterario con caratteristiche abbastanza nette: poche righe, protagonisti fissi alunni e insegnanti, ambientazione per lo più in aule, descrizioni minute e secche di eventi iperbolici, uso esclusivo di certi tempi verbali (presente indicativo, raramente passato prossimo).

Tuttavia, le “note in condotta” sembrano anche excerpta da cartelle cliniche di un qualche acuto psichiatra, asciutte e svelte osservazioni su pazienti particolarissimi, nel tentativo di individuare i segni di una malattia ancora sconosciuta. Scritture di osservazione, quindi, ma anche con un effetto estraniante particolare, giacché nessuno saprebbe dire mai la malattia di uno che si mette a cantare o a tirare palline di carta, e, come ho già detto, alla fine è perlomeno curioso e misterioso che delle scritture concepite per reprimere o curare facciano l’esilarante effetto di una gag, realizzata attraverso una visione frontale che ha qualcosa della catatonia, ma anche dell’abbandono impotente e liberatorio a ciò che è così e non può essere altrimenti. Penso all’aspetto verbale, con l’effetto dell’inesorabilità, del presente indicativo, rilevabile in quasi tutti gli scritti, che rafforza la strana sensazione che queste “note” – dotate di una stilizzazione, di una innocuità e di una leggerezza veramente rare (stavo per dire “letterarie”) – siano state scritte apposta per descrivere con minuzia ciò che normalmente “non esiste”, ciò che ufficialmente non deve “esser detto” o “esser visto”. E alla fine, com’è noto, è proprio il non esistente e il non detto a incuriosire più di qualsiasi studio o rilievo sistematico, perché è ciò che non vediamo e non sappiamo a far pensare e riflettere, non quello che vedono e sanno tutti. Gli insegnanti autori delle “note”, senza accorgersene, realizzano in puro stile etnografico delle osservazioni preziosissime sul non visibile, edificano una piccola mitologia, giacché quei momenti in cui sanzionano con poche, agili parole i loro alunni reprensibili, sono gli unici in cui riescono a liberare veramente il loro sguardo dai paraocchi cui sempre più spesso sono obbligati attraverso diktat ministeriali più o meno riformistici e novatori – diktat che hanno svilito quello che era uno dei mestieri più nobili e antichi del mondo, svuotandolo di vita e di aria. Ebbene, nelle scritture immaginifiche (creatrici di immagini) delle “note in condotta” c’è invece vita e aria: aria purissima e intensissima vita, percezione del momento che fugge e del suo collegamento con il tutto che lo circonda, memoria dell’irruenza del corpo, di una fantasia poetica, dell’insofferenza per qualsiasi internamento.

Nelle “note in condotta” insegnanti e alunni tengono la medesima scena e non si sa chi faccia ridere di più. “Abagnale deride il professore di Religione”. La scuola finalmente è spoglia delle astrazioni in cui vorrebbe costringerla dall’alto chi non la abita, mentre alunni e insegnanti, con i loro difetti e umori instabili, diventano gli attori protagonisti della vicenda umana.

Che sollievo: niente più “utenti” o “dipendenti”! La liberazione che procura il riso delle “note” è davvero unica e preziosa perché ottenuta grazie a una stilizzazione letteraria molto semplice, che consente un racconto piano e disteso del cosiddetto “processo di apprendimento”, e soprattutto ci fa perdere completamente la memoria di tanti paroloni complicati che servono solo a rendere incomprensibile e insopportabile quello che abbiamo comunque bisogno di dirci per vivere bene insieme.

Gli esempi di “note in condotta” che riporto qui sotto sono tratti dai Registri di Classe degli anni tra il 1998 e il 2002, di scuole medie statali della Campania, delle quali ometto i nomi. Tra parentesi ho indicato l’autore della “nota” (in qualche caso la firma sul diario di classe non compare e io ho siglato: Senza firma). Sia i nomi degli insegnanti che dei ragazzini protagonisti sono inventati, in ottemperanza alla legge sulla privacy; qualsiasi riferimento a nomi reali è quindi puramente casuale.

Sarebbe stato interessante estendere la ricerca anche ai tempi passati, e raccogliere le “note in condotta”, ad esempio, degli anni trenta, venti, o dell’Ottocento, magari relative a territori diversi. Però, andando a vedere, ho scoperto che nelle nostre scuole i Registri di Classe, dopo pochi anni di giacenza in archivio, sono inviati al macero. Eppure, quanto avremmo bisogno di racconti e ricerche che ci facessero capire con più naturalezza ciò che ci circonda e in cui siamo coinvolti ogni giorno per dovere o per necessità. Altro che indagini ministeriali, griglie, psicopatologi, psicofarmaci, analisi dettagliate di scrittori impegnati! Le “note in condotta” ci insegnano che a volte, per capire la scuola e la cosiddetta realtà, basterebbe leggere con curiosità poche righe sperdute in documenti stranissimi che illuminano con la prestezza e l’efficacia del lampo.

Una prima versione di questo testo, molto diversa e con altri esempi di “note”, è stata pubblicata nel dicembre 2000 nel numero 1 della rivista Per Aria (leggi qui in coda la recensione di Marco Belpoliti su La Stampa del 19 gennaio 2001).

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Dal registro della classe II A

Scuola Media Statale “***”, Torre Annunziata (NA)

  1. Scafa Bruno canta in classe e non esegue i compiti assegnati. (Vanore)
  2. Donnarumma si rifiuta di prendere il quaderno per lavorare. (Cirillo)
  3. La Rocca si distrae continuamente. (Cirillo)
  4. Donnarumma lancia un pezzo di gesso a Scafa. (Cirillo)
  5. Scafa Bruno viene a scuola senza penna, abitualmente. (De Vivo)
  6. La Rocca esce senza permesso. (Senza firma)Improvvisamente Donnarumma e La Rocca si sono presi a botte. Ore 10,10. (Vanore)
  7. Donnarumma ha tentato di togliere la sedia a Scafa Bruno. (Cirillo)
  8. Donnarumma ha dei comportamenti tali da compromettere seriamente il buon esito delle lezioni. Si richiede un severo provvedimento. (Zeppetella)
    Scrittura in margine con altra grafia: Viene ammonito severamente dal Preside. (Il Preside)
  9. Donnarumma disturba Scafa Bruno e non prende l’assegno. (Vanore)
  10. Laudano alle 11,30 non è in classe. Entra alle ore 11,40. (Zeppetella)
  11. Donnarumma sputa sul cappotto di Scafa Bruno. (Vanore)
  12. Donnarumma si trattiene fuori più del dovuto. (Cirillo)
  13. Donnarumma disturba la lezione senza soluzione di continuità. (De Vivo)
  14. Donnarumma Biagio rompe il cappello di Scafa Bruno. Deve essere accompagnato. (Vanore)
  15. La Rocca non ha completato l’esercizio perché è sempre distratto. (Senza firma)
  16. Donnarumma si allontana senza permesso. (Cirillo)
  17. Giorgio è assente nel cambio dell’ora. (Senza firma)
  18. Donnarumma è stato quattro ore di seguito giù al cortile. (Cirillo)
  19. La Rocca e Donnarumma disturbano continuamente Scafa. (Senza firma)
  20. Giorgio grida inutilmente in classe. Donnarumma non scrive. (Senza firma)
  21. Donnarumma si rifiuta di scrivere. (Senza firma)
  22. Donnarumma lancia la penna a Scafa Bruno. (Senza firma)
  23. Donnarumma gioca in classe. (Vanore)
  24. L’alunno Donnarumma infastidisce e molesta la compagna Salernitano. Si richiedono severi provvedimenti. (Zeppetella)
    Scrittura in margine con altra grafia: Deve assolutamente essere accompagnato da un genitore. (Il Vicepreside)
  25. Napoli imbratta il banco d’inchiostro. (Vanore)
  26. Napoli e Donnarumma non portano mai il quaderno di Musica. (Rocco)
  27. La classe II A si comporta in modo inqualificabile durante l’ora di Geografia, per cui si richiede la convocazione dei genitori per informarli sul comportamento dei figli. Laudano è escluso perché era in Segreteria a fare le fotocopie. (Zeppetella)
  28. Donnarumma soffia il naso e poi lancia il fazzoletto. (Vanore)

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Dal registro della classe I B

Scuola Media Statale “***”, Gragnano (NA)

  1. Scotto e Gargiulo Raffaele non hanno portato l’occorrente di religione. (Cascone)
  2. Pepe, Gargiulo e Cestaro non hanno il quaderno di religione. (Cascone)
  3. Durante il cambio docente 4°-5° ora Gargiulo Raffaele e Vuolo litigano con calci e pugni. (Vico)
  4. La classe si comporta in maniera scorretta. (Liguori)
  5. Gargiulo Catello lancia la gomma. (Senza firma)
  6. Gargiulo Raffaele dà uno spintone al compagno Guarracino Valerio. (Esposito)
  7. È venuta la madre di Sansone Luigi a riferire che suo figlio viene continuamente infastidito in classe, e fuori la scuola viene picchiato da alcuni compagni. (Liguori)
  8. Chierchia prende in giro il compagno Stile. (Negro)
  9. Vuolo esce dall’aula senza il permesso dell’insegnante. (Negro)
  10. Chierchia dà uno schiaffo al compagno Cestaro senza alcun motivo. (Esposito)
  11. Mascolo Saverio deve venire accompagnato. (Vico)
  12. Gargiulo Catello lancia i missili di carta fuori dalla finestra. (Esposito)
  13. Gargiulo Raffaele canta e si diverte in modo non consono. (Ventre)

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Dal registro della classe II B

Scuola Media Statale “***”, Gragnano (NA)

  1. Cestaro e Rosanova bisticciano in classe. Sono ammoniti. (D’Auria)
  2. Bambace e D’Aniello si comportano in modo scorretto per cui entreranno solo se accompagnati. (D’Auria)
    Scrittura in margine con altra grafia: La madre di D’Aniello verrà alle 13,30. (Verdoliva)
  3. Cestaro e D’Aniello litigano durante la 4° ora di lezione in IB. (Vico)
  4. Cestaro e D’Aniello saranno accompagnati dai genitori. (Cascone)
  5. Schettino lancia senza motivo un evidenziatore a Santaniello. (D’Auria)
  6. Rosanova e Schettino, al rientro in classe dalla visita alla mostra, si comportano in maniera scorretta dando pugni sul banco. (Ventre)
  7. Somma e D’Aniello hanno disturbato l’andamento scolastico. (Esposito)
  8. Cestaro viene allontanato dall’aula perché disturba la spiegazione. (D’Auria)
  9. Somma continua a parlare durante la spiegazione. (D’Auria)
  10. Guarracino, Bambace, Giordano e Rosanova ricevono un avviso per i genitori, che devono intervenire a scuola per discutere con i docenti la situazione scolastica dei figli. (De Vivo)
  11. Rosanova e Schettino si comportano in modo scorretto bloccando per la maniglia la porta ed impedendo di far entrare in classe l’insegnante. (Molinaro)
  12. D’Aniello disturba continuamente con un atteggiamento poco responsabile. (Cavaliere)
  13. Tutta la classe si distrae in continuazione. (Molinaro)
  14. Somma Nicola gira per la classe senza permesso. (D’Auria)
  15. D’Aniello disturba le compagne creando disordine e distrazione. (D’Auria)
  16. D’Aniello si rifiuta di buttare la gomma da masticare. (Molinaro)
  17. D’Aniello risponde in modo arrogante all’insegnante. (Cavaliere)
  18. D’Aniello esce senza chiedere il permesso. (Cascone)
  19. Coscarelli e Donnarumma continuano a chiacchierare nonostante siano state ripetutamente avvisati. (D’Auria)
  20. D’Aniello si alza senza permesso disturbando la lezione. (D’Auria)
  21. Somma è scorretto in classe. (Cavaliere)
  22. Schettino, D’Amora Giuseppe e Cestaro non si impegnano minimamente durante l’esercitazione di geometria. (D’Auria)
  23. D’Aniello continua a disturbare nonostante sia stato ripreso. (Cavaliere)
  24. D’Aniello deve essere accompagnato dalla madre per motivi disciplinari. (D’Auria)

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Dal registro della classe I A

Scuola Media Statale “***”, Gragnano (NA)

  1. Zurolo dimentica i libri.
  2. Tortora lancia la penna al compagno.
  3. Aprea ha un comportamento scorretto in classe. Non osserva alcune regole.
  4. Bali non è attento e, ripreso, non riconosce l’errore.
    (Tutte queste note sono dell’insegnante Esposito)

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Dal registro della classe I C

Scuola Media Statale “***”, Gragnano (NA)

  1. Russo si alza senza permesso. (D’Auria)
  2. Di Brigida, Esposito, Somma, Longobardi e Coppola chiacchierano durante l’esecuzione.(D’Auria)
  3. Volpino esegue il compito assegnatogli ma lo strappa invece di consegnarlo. (Bruno)
  4. DiLorenzo lancia il borsello di Iozzino. Viene ammonito. (D’Auria)
  5. Staiano e Criscuolo si alzano senza permesso. (D’Auria)
  6. Criscuolo ha usato un linguaggio scorretto verso il compagno. (Vico)
  7. Langella infastidisce il compagno Di Lorenzo. (Senza firma)

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Dal registro della classe II A

Scuola Media Statale “***”, C.mare di Stabia (NA)

  1. Capriglia e De Martino nonostante i continui richiami disturbano la lezione. (Firma illeggibile)
  2. De Falco lancia pezzetti di gesso. (Firma illeggibile)
  3. Il signor Corseto riferisce di un comportamento scorretto dell’alunno Capriglia. (Firma illeggibile)
  4. Capriglia deve essere accompagnato dalla madre. (Firma illeggibile)
  5. De Martino e De Falco danno schiaffi alla compagna Valentina Capriglia. (Firma illeggibile)
  6. De Martino nonostante i continui richiami disturba la lezione. (Firma illeggibile)
  7. De Martino non entra in classe se non giustificato. (Firma illeggibile)
  8. De Martino non segue la lezione. (Firma illeggibile)
  9. Abagnale fa cadere Cascone. (Firma illeggibile)
  10. Visto che l’alunno De Martino Vincenzo ha avuto un comportamento irresponsabile ed imprevedibile nel percorso dalla scuola alla cattedrale in occasione del Precetto Pasquale, si consiglia di escluderlo dalle prossime visite di istruzione o uscite sul territorio che eventualmente si svolgeranno. (M. D. Marinis)

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Dal registro della classe I F

Scuola Media Statale “***”, C.mare di Stabia (NA)

  1. Esposito e Giammarco disturbano la lezione di matematica. (Firma illeggibile)
  2. Graziano, Colombo… (Nota incompleta e senza firma)
  3. Di Nola spinge il compagno di banco facendolo cadere. (Firma illeggibile)
  4. Di Nola disturba la lezione. (Firma illeggibile)
  5. Solare e Di Nola fanno gesti scorretti nei riguardi delle ragazze. (Firma illeggibile)
  6. Cascone, Preciso e Fontana non hanno fatto i compiti di matematica. (Firma illeggibile)
  7. Di Nola dà uno schiaffo a Martinelli che ricambia con Colombo. (Firma illeggibile)

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Dal registro della classe II F

Scuola Media Statale “***”, C.mare di Stabia (NA)

  1. Bisogno dà fastidio alla compagna. (D’Ambrosio)
  2. Visconti e Bisogno… (Nota incompleta e senza firma)
  3. Iaccarino e Avallone danno continuamente fastidio. (Firma illeggibile)
  4. La classe è stata allontanata dall’aula di informatica in quanto molti alunni disturbavano. (Senza firma)
  5. Avallone, Todisco, Di Martino si comportano in modo infantile interrompendo spesso le lezioni di Educazione Tecnica. (Firma illeggibile)
  6. Mongillo è ancora sprovvisto della maggior parte dei libri di testo. (Firma illeggibile)
  7. Mongillo, Abagnale, Iaccarino… (Esposito)
  8. La classe è indisciplinata. Non si riesce a fare lezione. Non hanno il libro di testa. (Firma illeggibile)
  9. Mongillo e Abagnale disturbano la lezione di matematica. (Senza firma)
  10. La classe si comporta in maniera scorretta, numerosi e inutili i tentativi di farli lavorare. (Senza firma)
  11. Atta si comporta sempre in modo infantile. (Firma illeggibile)
  12. La classe IIF si comporta in maniera scorretta. (Firma illeggibile)
  13. Avallone si è comportato in modo scorretto ed è stato allontanato dall’aula. (Firma illeggibile)
  14. La classe, alla lettura degli avvisi, si … (Nota incompleta e senza firma)

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Dal registro della classe III F

Scuola Media Statale “***”, C.mare di Stabia (NA)

  1. Palma, Matrone e Oddo prendono in giro le compagne. (D’Ambrosio)
  2. Rossi e Costante si comportano in modo scorretto in classe. (Firma illeggibile)
  3. Palma e Oddo disturbano il regolare svolgimento delle lezioni. (Senza firma)
  4. Carolei, Ferraro, Matrone e Oddo… (Nota incompleta e senza firma)
  5. Palma litiga e minaccia i compagni. (Cioffi)
  6. La classe è ammonita per aver fatto scomparire le merende di Scotto. (Cioffi)
  7. Frambetto disturba la lezione. (Firma illeggibile)
  8. Nappo, Palma… (Nota incompleta e senza firma)
  9. Palma, Oddo… (Nota incompleta e senza firma)
  10. Oddo continua a disturbare la lezione di matematica. (De Candia)
  11. Tomba si allontana senza permesso. (Cioffi)
  12. Oddo continua a comportarsi in modo scorretto. (Firma illeggibile) Si aggiungono Tomba e Frambetto. (Firma illeggibile)
  13. Frambetto legge il giornale mentre si fa lezione di musica. (Firma illeggibile)
  14. Palma… (Nota incompleta e senza firma)
  15. Matrone e Tomba… (Nota incompleta e senza firma)
  16. Palma si rifiuta di fare lezione. (Firma illeggibile)
  17. L’alunno Frambetto aggredisce il compagno Astroni. (Firma illeggibile)
  18. Frambetto continua a dare fastidio nonostante i continui richiami. (Firma illeggibile)
  19. Palma urla in calsse e litiga con i compagni. (Firma illeggibile)
  20. Tomba, Buonocore, Nappo, Palma, Oddo si rincorrono nell’atrio della sala di informatica. (Cioffi)
  21. Palma ha spinto Buonocore, il quale è finito su Frambetto rovinandogli gli occhiali. (De Candia)
  22. L’alunno Buonocore toglie la sedia al compagno mentre si siede, facendolo cadere. (Firma illeggibile)
  23. Nappo si è trovata la maglia nuova sporcata con una gomma. (Firma illeggibile)
  24. Palma sputa su Nappo che reagisce con uno schiaffo. (De Candia)

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Dal registro della classe III B

Anno scolastico 2001/2002
Scuola Media Statale “Mosè Mascolo”, S. Antonio Abate (NA)

  1. La classe è ammonita per comportamento inadeguato alla scuola. (Palumbo)
  2. Verdoliva Gabriele e Chirico Nando hanno disturbato tutta l’ora di lezione di canto, impedendo anche ai compagni di usufruirne. (Malatesta)
  3. La classe, nonostante i continui richiami, si comporta male. (Cioffi)
  4. L’alunno Verdoliva, nonostante i ripetuti inviti, si comporta in maniera scorretta. Chirico e Brasciello lanciano carte mentre l’insegnante disegna alla lavagna. (Milone)
  5. La classe III B, fino alla fine di ottobre, rimarrà in classe. (Losco)
  6. La classe si comporta in modo scorretto, pertanto viene trattenuta oltre l’orario di uscita. (Cioffi)
  7. Verdoliva prende il mappamondo dall’armadietto e, nonostante i continui richiami, lo fa girare e urla. (Cioffi)
  8. Gli alunni Verdoliva e Di Massa vanno a disturbare in II B e litigano con Nastro Vincenzo e Del Sorbo Alfonso. Sono pertanto severamente ammoniti e saranno contattati i genitori con le cartoline.(Marmorato)
  9. Ferrara deride il prof di religione. (Mascolo)
  10. Ferrara e D’Amora parlano continuamente. (Cioffi)
  11. Verdoliva è stato allontanato dalla classe per maleducazione. (Marmorato)

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“Donnarumma disturba in classe…”

di Marco Belpoliti

Tra le norme che la riforma della scuola ha abolito c’è il voto di condotta, e di conseguenza anche quelle famigerate “Note di condotta” che gli insegnanti da sempre scrivono sul “Diario di classe”, altrimenti detto “Registro”, e che nella sua burocratica secchezza è il vero sismografo dell’andamento della classe. Enrico De Vivo, un giovane insegnante di Lettere della Scuola Media “Manzoni” di Torre Annunziata, che ha pubblicato nel 1999 un libro molto bello, Racconti impensati di ragazzini (Feltrinelli) – con una lunga prefazione di Gianni Celati -, in vista di questa scomparsa ha trascritto trenta note, prelevate pari pari dal diario della propria classe durante l’anno scolastico 1998/1999. Si possono leggere nel supplemento di due pagine alla rivista Per Aria di Angri, provincia di Salerno, insieme ad alcuni appunti “per una antropologia scolastico-pedagogica”: “Scafa Bruno canta in classe e non esegue i compiti assegnati”; “La Rocca si distrae continuamente”; “Donnaruma ha dei comportamenti tali da compromettere seriamente il buon esito delle lezioni. Si richiede un severo provvedimento”, e sul margine con altra grafia: “Viene ammonito severamente dal Preside”; “Laudano alle 11,30 non è in classe. Entra alle 11,40”; “Napoli imbratta il banco d’inchiostro”; “La Rocca e Donnaruma disturbano continuamente Scafa”; “Napoli e Donnaruma non portano mai il quaderno di Musica”; “La classe II A si comporta in modo inqualificabile durante l’ora di Geografia, per cui si richiede la convocazione dei genitori per informarli sul comportamento dei figli. Laudano è escluso perché era in Segreteria a fare le fotocopie”. In testa al pieghevole c’è una famosa immagine di Totò vestito da Pinocchio, fissato in una delle sue divertenti e anchilosate mosse. L’allusione a Pinocchio-Totò non è casuale perché, come hanno sperimentato tutti gli insegnanti, quasi in ogni classe ci sono almeno uno o due di questi ragazzini ipercinetici che non stanno mai fermi, si girano, escono dal banco, lanciano oggetti, litigano con i vicini e distraggono continuamente i compagni. Sono loro i “malati” più gravi che vengono tenuti d’occhio e naturalmente perseguitati. I poveri insegnanti, spesso in difficoltà di fronte a queste manifestazioni eccezionali, violente o bizzarre, richiamano, alzano la voce, sbraitano, poi, extrema ratio, scrivono sul registro una nota, nella speranza di ottenere qualche risultato, che di solito non viene. È come se l’insegnante cercasse disperatamente un aiuto nelle parole con cui fissa, in modo apparentemente asettico, il proprio imbarazzo di adulto. De Vivo, trascrivendo quelle frasi, sottolinea come le parole spesso oltrepassino beatamente le intenzioni di chi le ha scritte, con la loro precarietà o insensatezza sancita da un sintomatico e imperioso presente indicativo. Queste scritture fanno venire in mente gliexcerpta dei quaderni di uno psichiatra, “asciutte e svelte osservazioni sui pazienti, nel tentativo di individuare (per poi spiegare) i segni di una malattia”, ma anche le pose buffe di certi quadretti umoristici. Assomigliano alle didascalie di ingenui fumetti e colgono in modo perfetto momenti irripetibili, in cui la tensione nell’aula sale di colpo all’acme e si risolve in una risata generale, oppure nel suo contrario. Le note sono nel complesso inoffensive, dotate di una strana leggerezza, e lette tutte di seguito fanno ridere nel loro impaccio. Le “Note di condotta”, dice De Vivo, sono le uniche scritture ufficiali dell’istituzione scolastica in cui è possibile osservare come si muovono i corpi dei ragazzi, altrove definiti “alunni” o “studenti”. Questi corpi sono insofferenti ai banchi, alle sedie, agli obblighi e agli orari. La scuola è per sua natura una istituzione che ordina, disciplina, organizza i corpi degli allievi, ma di questa attività normativa non resta quasi mai traccia scritta o testimonianza diretta. Ora che le “Note di condotta” andranno in cantina, non avremo più strumenti attendibili per rilevare il linguaggio muto dei corpi dei ragazzi. Le scritture dei diari di classe servono per capire le “realtà a rischio” – perlopiù meridionali, dice De Vivo, ma anche di tante scuole delle periferie di Torino, Milano, o della ricca e progredita Brianza – molto meglio di indagini ministeriali o sapienti ricerche psicologiche.

 

[Tratto da La Stampa del 19 gennaio 2001 – pubblicato nel 2013 in Saggi Inventati]