C’era una volta un sasso che rotolava giù dalla montagna che lo aveva generato.
Fai buon viaggio, sassolino mio! – gli diceva la montagna, mentre lui rotolava e rotolava: tra le rocce, sopra i prati e nei ruscelli.
Era un normale sasso ruvido, ma rotolò talmente tanto che divenne lucidissimo.
Quando si fermò, era così lucido che una gazza ladra di passaggio lo scambiò per una perla.
La gazza lo prese subito nel becco e lo portò, volando, al proprio nido.
Ma quando lo guardò bene, si accorse che era un semplice sasso e gli disse: che me ne faccio io di te? io voglio solo pietre preziose e gioielli luccicanti! – e così dicendo, lo prese nel becco e lo gettò fuori dal nido, lasciandolo cadere a terra.
Ai piedi dell’albero passava uno scoiattolo affamato e un po’ sbadato che scambiò il sassolino per una ghianda e lo addentò, ma quando sentì i dentini scricchiolare lo sputò subito fuori.
Spuuuu! – fece lo scoiattolo e poi disse: ma tu non sei una ghianda! sei soltanto un sassolino! – e per la rabbia che aveva di essersi fatto male ai denti, prese il sasso e lo lanciò lontano.
Il sassolino cadde vicino a un gatto che aveva mal di pancia e si rotolava a terra, lamentandosi così per i dolori: ahi ahi! la mia povera pancia! ho mangiato un pesce guasto e adesso i batteri mi bucano lo stomaco!
Sentendo quei lamenti, il sassolino decise di rendersi utile e disse al gatto: gattino non disperarti! ingoiami e io sconfiggerò quei batteri cattivi che ti fanno tanto male!
Il gatto non ci pensò neanche un secondo e mangiò subito il sasso, nel disperato tentativo di salvarsi.
Arrivato nella pancia, il sassolino, che era molto abituato a rotolare, schiacciò ad uno ad uno tutti i batteri, e il gatto, stremato dalla dura lotta che dentro di sé si era combattuta, fece un ultimo sforzo e spinse fuori dal sedere il sassolino! … ed era così felice di essersi liberato dal dolore, che corse via saltellando, dimenticandosi del sasso che restò lì per terra, tutto sporco di cacca.
Per fortuna cominciò a piovere e le goccette di acqua fresca lavarono ben bene il sassolino, che ritornò a splendere come una perla: grazie pioggerellina, che mi hai lavato così bene! – disse il sasso tutto felice.
Cos’avrai tanto da rallegrarti, tu che sei solo un sasso lì per terra! – disse una fogliolina che dal ramo del suo albero aveva assistito a tutta la scena.
Guarda me, come sono bella e fortunata! io vivo qui felice in alto e posso guardare tutto il giorno il panorama! e di mattina la dolce rugiada mi bagna e mi fa splendere più dell’oro, e al pomeriggio mi asciuga il caldo sole, e in primavera il mio bell’albero mi adorna tutta di fiori colorati! io sì che sono bella e fortunata, mentre tu sei solo un sasso in terra…
Il sassolino ammirò la foglia e per la prima volta in vita sua si sentì triste di essere solo un sasso e di non poter vivere in alto, insieme a quella bella fogliolina vanitosa.
Presto però venne l’autunno e la foglia cominciò a cambiar colore, a rinsecchirsi e lamentarsi: ohi ohi! come mi sento debole! cosa mi succede? perché non risplendo più come una volta?
E non fece neanche in tempo a finire la frase che si staccò dal ramo e cadde a terra, proprio vicino al sasso.
Il sassolino, che era buono e saggio, e nella vita ne aveva passate tante, felice di avere vicino a sé la fogliolina che aveva tanto desiderato, così la confortò: mia cara fogliolina, non devi essere triste perché stai per cominciare un lungo viaggio! con il tuo bel colore rosso ti poserai sulle campagne e le città, insieme alle tue sorelle foglie, e renderete incantevole ogni paesaggio, che verrà dipinto dai pittori e farà commuovere gli innamorati…
Grazie mille sassolino! – disse la foglia – e scusami tanto se ti ho trattato male quando ero giovane e non capivo il senso delle cose: ognuno di noi ha un ruolo importante in questo mondo! come io sono tanto bella, tu sei tanto buono e saggio, e non ti dimenticherò, nel corso del mio viaggio!
Così il sasso restò molto contento, e salutò la fogliolina, portata via dal vento.