Guardando lentamente dentro la coltre delle nebbie quasi non si vede più rilievo di costa. Il camminatore è scosso dai muggiti del nautofono e pensa alle barche sperse nella foschia che hanno per guida potenti strumenti di rilevamento per ritrovare l’approdo. Però il camminatore sa che ci si perde comunque e sempre, e che non c’è strumentazione che dia sollievo al senso di sperdimento, al cosmico sconforto. Grigio sopra e sotto con coltri e velami di sottilissime goccioline sospese. Stracci su palcoscenici vuoti, quinte, scenari d’umidore. E verso il luogo dove un sole spento tramonta, al conticinio, il virare dei colori e delle luci in improvviso nero notte. Ancora nebbie dalle spiagge al porto, qualche lampione che appena manda barlumi di luce e ronzii. Sulle sabbie dove barche appena visibili sono tirate a riva, qualche camminatore a passo di piombo dentro il suo scafandro, si approssima verso chissà quale dimora.
Pensieri di sabbia: “Per vedere un mondo in un granello di sabbia/ E un cielo in un fiore di prato/ Ferma l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora”. (William Blake)
Per il gioco dei bambini: circumnavigando i bordi di un granello di sabbia, raccontare l’orizzonte.
Dizionario. Spiaggia: zona di un basso litorale, costituita da materiali incoerenti quali sabbie o ghiaie, che può subire il movimento per azione del moto ondoso; i frangenti di spiaggia sono fra gli effetti più vistosi dell’urto del moto ondoso sulle coste sabbiose.
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