Stregati dal selvaggio passato delle glorie minori, i giovin scrittori ne plagiano gli ardori per irretire i futuri spettatori.
Secondo lo zio di Ricardo Piglia, l’ultimo grande lettore argentino, anche noialtri paranoici abbiamo dei nemici…
Esordi terminali: nel suo caso, il languore dell’opera altro non produsse se non la peristalsi della biografia.
Pur essendo un noto paladino dell’umanesimo engagé, era affetto da una gravissima forma di calvizie interiore, che le molteplici corone d’alloro a malapena riuscivano a dissimulare.
Editing: aveva il cuore dal lato ipercorretto della storia, dimodoché non si peritò di ritoccare secondo coscienza un impertinente aforisma di Karl Kraus – sostituendo «lue» con «luce»!
Mio nonno era un uomo molto «caldo», e reagì da par suo alla chiusura delle case di tolleranza, restaurando lo ius primae noctis e offrendone le prebende a ogni fantesca in fiore che gli si parasse innanzi.
In Messico le donne di servizio, ancorché attempate, vengono chiamate «muchachas», ovverosia «ragazze»…
Non viveva per lei; viveva contro di lei, e pertanto non poteva farne a meno.
Nullità faconde: l’individualismo predominante nei cosiddetti «collettivi» – ai quali partecipammo in qualità di catecumeni di una religione fondata sul nonsense – fu un presagio che ci rifiutammo di cogliere.
Al giorno d’oggi non esiste niente di più molesto della screanzata furbizia delle minoranze «virtuose» – esteticamente parlando, s’intende.
I miei risvegli sono sempre stati difficili e melanconici, al punto che da bambino mi avevano soprannominato «alba tragica»; e difatti ogni mattina, dopo essermi alzato, continuo a «non essere persona», come dicono in Spagna, finché Pozzo – il labrador nero che mi ha adottato otto anni fa – non mi annusa il sedere per scoprire se sono ancora in vita o in me…
Sono finito oltreoceano, dalla parte sbagliata dell’America, per colpa dei romanzi d’avventura che leggeva, o viveva, un ragazzino dell’Arcella nato negli anni Settanta e non del tutto estinto. I professoroni e i professorini lo considererebbero, nella loro sapiente tracotanza, alla stregua di una minuscola Emma Bovary di periferia, e perciò indegno della tonitruante scienza dei letterati. Nondimeno quel ragazzino è sopravvissuto proprio grazie alla meraviglia dell’immedesimazione romanzesca, che è tuttora l’unica «religione delle lettere» da lui professata.
Ieri sera [7.IX.2021] la terra ha tremato nuovamente, con puntuale fatalità: a Città del Messico settembre è il più crudele dei mesi (i miei vicini sono usciti di casa a rotta di collo, ricordandosi di prendere l’ombrello ma dimenticando i propri cani).
Nel mio quartiere, agiato ma non troppo, c’è un ospedale privato che promette di curare il nanismo, la «Clinica Gulliver».
Gli errori commessi dai falsari del centro storico della capitale sono più professionali di quelli dei pubblici ufficiali.
In queste latitudini l’anorgasmia sta all’erotismo come la democrazia sta al populismo.
La nostra «aristocrazia» è composta dall’altezzosa progenie dei politici d’antan, onusta di denari sottratti all’erario e misteriosamente povera di spirito e di stile.
Agudeza latino-americana: nullum crimen et nulla poena sine lege…