Sono un nichilista «passivo aggressivo», che non chiede niente alla vita e pretende tutto dal nulla.
Nella mia esperienza personale, la scrittura migliora ogniqualvolta l’esistenza peggiora – quasi sempre invano…
Ontogenesi: non diversamente dall’umbratile scrivano che li mette su carta, questi relitti in prosa possiedono un’ipersensibilità ossificata e a poco a poco si atrofizzano.
Fummo accecati sulla via di Parigi dal livido splendore delle scaramucce tra chierici.
«Fronte del torto»: quella di Piergiorgio Bellocchio è davvero la «solitudine del satirico», ovverosia uno stile di vita e di pensiero tanto più necessario quanto più votato all’estinzione.
Essendo l’agente provocatore di se stesso, un aforisma non può che ritorcersi contro il proprio autore – quando colpisce il bersaglio non meno di quando sbaglia la mira.
L’imperfezione dell’intelligenza stenta, oggidì, a tenere il passo con il perfezionamento della stupidità.
L’OTTIMISTA: «Era ora che si cominciasse a imporre il rispetto della distanza sociale!».
IL CRITICONE: «Ma quando toccherà a quella culturale?».
Mi chiedo se per il ricalcitrante e torvo gregge privo di immunità, se non di umanità, l’eutanasia non sia una sorta di diritto naturale…
Etica della responsabilità: ultimamente certi pensionati travestiti da philosophes, o viceversa, abbracciano l’estasi della convinzione per sfuggire allo spettro della dismissione.
Le sentenze, le massime e gli apoftegmi degli indigeribili «giudici virtuali» altro non sono se non luoghi comuni liofilizzati fin troppo bene.
Ottusi refusi: sul supplemento culturale della «Repubblica» di ieri [18.XII.2021] Jane Austen viene definita la «grande scrittrice americana»…
L’atarassia di taluni recensori sconfina nell’inanizione del giudizio critico.
Cancel culture: bisognerebbe diffidare di un simulacro di «conoscenza» che si inorgoglisce soltanto delle date di scadenza!
Il nonno credeva fermamente che «piacere» fosse un sostantivo maschile ma non singolare…
Il progresso – specialmente oltreoceano – è una corsa a ostacoli nella quale a cadere non sono quasi mai gli ostacoli.
In America Latina la mobilità sociale orizzontale è garantita dall’abbandono scolastico e dal lavoro minorile.
L’edonismo del maschio messicano ha un che di penitenziale e di raggelante, anzitutto per gli oggetti del suo desiderio.
Le recenti elezioni cilene hanno rappresentato una sfiziosa anteprima del grottesco compito di un intero continente: scegliere fra la palese inettitudine e il fascismo conclamato.