Versi di fine anno

Chi vuole il sole tra le ombre?

di in: Captaplano (0)

TRADITORI

Ora state lì, in dimensione piatta,

                                                      sorridenti,

mi fate rabbia.

Siamo stati una famiglia

lungo il tempo che garriva disposti

in prospettiva

stavate tra me e la morte,

traditori del sempre e solo figlio:

il gorgo ora si sente più forte

DOPO DI LUI

Adesso puoi fare quello che vuoi:

sfogare le perversioni sessuali,

di tutti i risultati e sacrifici suoi

farne cambio per paradisi tropicali,

entrare in una cellula anarchica

mimando così la fine del padre:

arderai nella vita artica invece

per fedeltà alla memoria, per pace

IMPRONTE

Cerco in voi la tara ereditaria

la familiarità che il destino schiuda:

calvizie o altra più illustre tabe

la malattia eletta alla voce varia.

Tale l’unica fisiognomica,

la piega del carattere saliente

che i Nostri offrono pedagogica

alla vivace progenie morente

IL RAFFREDDORE DI BAUDELAIRE

Un legame che passa

soltanto malattie ormai,

                                      lievi

certo ma fastidiose,

laddove ciascuno la sera vedi

resta nella propria pozza di luce:

il male alle ossa rende i movimenti 

senza pressione come una camera d’aria

dopo miglia, miglia, tagli e buche.

Di tra gli alberi spogli del porto

le facciate colorate oscillano

come un mazzo di carte

mosse ad arte come ventagli dal baro

febbricoso a spiare il sogno dell’altro.

Così, da petit Baudelaire, vorrei il largo

andare oltre il vero

d’un raffreddore e molte complicanze

IL TRUCCO

Quando allo specchio vedi emergere

il viso nuovo dal vecchio rimani

perplesso: ci muore e rinasce dentro

la donna doppia che attraversa il tempo,

che ami, che mette spavento

FACCIO TESTAMENTO

Ho vent’anni e faccio testamento,

allora? È un sintomo notarile

d’ipocondria: non di beni vili

si tratta ma d’ordinare l’eterno.

Sarai tu, la nemica, a eseguire,

che della carta hai subito l’inverno?

Temo che ci fiammeggeresti sopra

per rabbia a Max Brod uguale e contraria;

tiro avanti quindi, il destino in sabbia,

i granelli del nulla a dire il tempo

INDOLE STATICA

Preferivo la Guerra fredda, quando

l’asse d’equilibrio dove sta Charlot

da una parte, un peso pari dall’altra,

ride sghembo e non dice sì e non dice no

Preferisco quando su noi si tace

e la menzogna come un presciuttino

unta, calda, dolce e bene involta

nasconde la punta dello stecchino

Chi vuole il sole tra le ombre?

                                                Qui

non tramonta né sorge,

non sai cos’è la morte

NOSTRO AUTISMO

S’affaccia all’aula, bighellona

muto e incerto in apparenza

come l’animale con cui ti guardi

nel bosco senza capire l’evento

L’unico bacio mai ricevuto

da un bambino è di questo piccolo

prigioniero che capriccioso

come divinità a caso dispensa.

Fa parte, si dice, della sindrome

ma il profe quando succede s’accende

a sua volta come una lampadina 

a difetto d’intermittenza

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