TRADITORI
Ora state lì, in dimensione piatta,
sorridenti,
mi fate rabbia.
Siamo stati una famiglia
lungo il tempo che garriva disposti
in prospettiva
stavate tra me e la morte,
traditori del sempre e solo figlio:
il gorgo ora si sente più forte
DOPO DI LUI
Adesso puoi fare quello che vuoi:
sfogare le perversioni sessuali,
di tutti i risultati e sacrifici suoi
farne cambio per paradisi tropicali,
entrare in una cellula anarchica
mimando così la fine del padre:
arderai nella vita artica invece
per fedeltà alla memoria, per pace
IMPRONTE
Cerco in voi la tara ereditaria
la familiarità che il destino schiuda:
calvizie o altra più illustre tabe
la malattia eletta alla voce varia.
Tale l’unica fisiognomica,
la piega del carattere saliente
che i Nostri offrono pedagogica
alla vivace progenie morente
IL RAFFREDDORE DI BAUDELAIRE
Un legame che passa
soltanto malattie ormai,
lievi
certo ma fastidiose,
laddove ciascuno la sera vedi
resta nella propria pozza di luce:
il male alle ossa rende i movimenti
senza pressione come una camera d’aria
dopo miglia, miglia, tagli e buche.
Di tra gli alberi spogli del porto
le facciate colorate oscillano
come un mazzo di carte
mosse ad arte come ventagli dal baro
febbricoso a spiare il sogno dell’altro.
Così, da petit Baudelaire, vorrei il largo
andare oltre il vero
d’un raffreddore e molte complicanze
IL TRUCCO
Quando allo specchio vedi emergere
il viso nuovo dal vecchio rimani
perplesso: ci muore e rinasce dentro
la donna doppia che attraversa il tempo,
che ami, che mette spavento
FACCIO TESTAMENTO
Ho vent’anni e faccio testamento,
allora? È un sintomo notarile
d’ipocondria: non di beni vili
si tratta ma d’ordinare l’eterno.
Sarai tu, la nemica, a eseguire,
che della carta hai subito l’inverno?
Temo che ci fiammeggeresti sopra
per rabbia a Max Brod uguale e contraria;
tiro avanti quindi, il destino in sabbia,
i granelli del nulla a dire il tempo
INDOLE STATICA
Preferivo la Guerra fredda, quando
l’asse d’equilibrio dove sta Charlot
da una parte, un peso pari dall’altra,
ride sghembo e non dice sì e non dice no
Preferisco quando su noi si tace
e la menzogna come un presciuttino
unta, calda, dolce e bene involta
nasconde la punta dello stecchino
Chi vuole il sole tra le ombre?
Qui
non tramonta né sorge,
non sai cos’è la morte
NOSTRO AUTISMO
S’affaccia all’aula, bighellona
muto e incerto in apparenza
come l’animale con cui ti guardi
nel bosco senza capire l’evento
L’unico bacio mai ricevuto
da un bambino è di questo piccolo
prigioniero che capriccioso
come divinità a caso dispensa.
Fa parte, si dice, della sindrome
ma il profe quando succede s’accende
a sua volta come una lampadina
a difetto d’intermittenza