Nei depositi strettamente incustoditi dell’eternità (i poeti dell’est)
Quelli che hanno vissuto
sotto un mantello di pioggia
nacquero sordi come i lupi
figli di un cielo a cui basta poco
per farsi di fuliggine.
Altri si ritrovano in qualche osteria
e si raddrizzano
come il legno storto
tenuto nell’acqua.
La pipa svuotata con cura
sono capaci di stare per ore
a parlare di un tavolo
come di una cosa di legno
a distinguere sopra una tovaglia
una macchia
dal fiore del disegno.
Al mal d’amore preferiscono i frutteti
alla giungla una discreta batteria
di animali da cortile.
A noi che diciamo di preferire
i tramonti
ci spiegano quanto siano più lucenti
le cave di sale.
Flânerie
Giunti in cima alla salita
trovammo due uomini
che trafficavano il cuore
di un trattore.
Non fu proprio una vera decisione
seguire un’oca
per decidere dove andare.
Lo spirito a macchia intera
a guardia della curva
non era punto un cane lupo
ma una lucente capra nera.
Il fantasma di mio padre
Secondo l’ironia del caso
il fantasma di mio padre
gironzola sul prato davanti a casa.
Invola qualche uccello,
considera la staccionata
con occhio attento
che l’impostura del tempo
ha un po’ scrostata.
Lascia nella buca cartoline
senza riportare i saluti.
Impeccabili al contrario
sono l’indirizzo e l’affrancatura.
La minore delle tristezze
Poi pensavo alla paura del buio
di poterla sconfiggere cantando
pensavo a tutte quelle cose
che dopo di noi
non saranno di nessuno
e staranno anche loro
dentro a una cassa
con quella solitudine
che ha il secchio del carbone
sotto il portico.
Mi dicevo
è la minore delle tristezze
conoscere in anticipo
la maniera che si avrà di scomparire
un po’ come la scrittura complicata
che sopra il cielo
fanno i rami senza foglie
quando d’inverno è una bella giornata.
La linea degli autobus
La linea degli autobus
finisce dove i platani
si mischiano ai lampioni.
Scendono in pochi,
vanno a perdersi
chissà dove.
I conducenti rimasti soli
stringono sigarette
guardano da vicino
le piroette del fumo
tenendo la testa
appoggiata al finestrino.
Dove la terra non pesa
Troverai il mio cuore
dove la terra non pesa
poca ma non è vero
che non c’è luce
le piste sono scavate
per passarci una voce,
rotolarci un sasso.
Ci sono delle scale
per quando sono assente
nodi per tenere a mente
quello che conta
insieme a quello
che non vale niente.
La stanchezza
Suona il campanello.
È la stanchezza.
Si siede, dice cose noiose
come la goccia
quando fa ploc! nel lavello.
Minima
I lampi di forsizia
piegati contro i cassoni
dell’immondizia
un cane magro
li gironzola
nella solitudine del mattino
la sua luce così piccola
da sembrare quella d’un cerino.
Le cose che succedono
Le cose che succedono
si apparentano al destino
come quando al mattino
lungo i vialoni
un soffio invisibile
spegne di colpo
tutta la fila di lampioni.
Sulla duna
Un cane sulla duna
corre avanti e indietro.
Io lo fischio
lui si volta
mi guarda come qualcuno
quando parte il treno
ma non è nessuno.