I.
Da grembo a tomba scandaglia
nella fibra sfilacciata del tempo
per sceverare lo scorso, il vivo e l’entrante
in attesa della vampa: fa la spola
dall’altra sponda giungendo
lisa alla vita come una cintura
o la ragnatela.
II.
Con le punta di dita, rorida
come brina sulle sgretolate screpolature
vieni
e sobilli atavici sedimenti
di fiori sconosciuti e incandescenti
incredule ombre
che l’acqua non regna, lontana
che bagna:
suffragetta, partigiana, femme.
III.
elevo: è vocazione
che dalla tua voce immane
scuote e in me permane
provocante consunzione
ascoltarti di nuovo
parlare nel silenzio pesto,
leggiadra invocazione,
ladra delle parole.
con te mi sperpero.
IV.
Disingannami, disilludimi, disincantami
E balla al ritmo delle primaverili premure
Balla alle piogge estive, balla
All’inverno fregiarsi delle tue foglie
Elegante sempreverde, balla.