A Frolic of His Own

Un estratto dalle prime pagine del romanzo A Frolic of His Own di William Gaddis, ancora inedito in Italia. [Traduzione di Angelo Angera]

Come in altri suoi romanzi, e segnatamente JR , il lettore viene messo alla prova da una conduzione dei dialoghi di continuo rifluente nella narrazione e aderente al ritmo e al caracollare della parola viva. Il mondo come un vasto antiaverroico flusso di coscienza in cui ogni cosa, lettore compreso, si fonde, fin quasi a perdersi.

Per Muriel Oxenberg Murphy

“Quello che cerchi invano per metà della tua vita, un giorno lo otterrai d’un colpo, mentre sei a pranzo con la tua famiglia. Lo insegui come un sogno, e non appena lo trovi ne diventi la preda.” (Thoreau, a Emerson)

Giustizia? – La giustizia la ottieni nell’altro mondo, in questo mondo c’è la legge.

– Be’ di certo Oscar le vuole tutt’e due. Cioè il modo in cui parla dell’ordine? Ritrasse il piede dall’incombere di un vecchio che strattonava su una sedia a rotelle, – che tutto quello che sta cercando è una specie di ordine?

– I treni arrivavano in orario, era questo il…

– Non sto parlando di treni, Harry.

– Sto parlando di fascismo, ecco dove va a finire questa compulsione per l’ordine. Tutto il resto è teatro.

– No ma tu sai quello che vuole davvero?

– Quelli che vanno in tribunale chiedendo giustizia, hanno tutti quanti messo gli occhi su quella targhetta premio da un milione di dollari.

– Non sono solo i soldi no, quello che vogliono davvero…

– Sono i soldi, Christina, sono sempre i soldi. Tutto il resto guarda un po’ non è che teatro.

– Quello che vogliono davvero, i tuoi fascisti, Oscar, ognuno cioè qual è il punto in effetti? Tirò a vuoto un piccolo calcio di sfida contro i tintinnanti ritmi marimba che filtravano nella sala d’attesa da qualche parte in alto vicino alle finestre. – Treni? fascismo? Perché questo non c’entra niente, o nemmeno “l’opulenza delle lussuose sedie di velluto, lo spettacolo sfavillante, l’interpretazione indimenticabile” sempre che non sia solo il loro modo di cercare di essere presi anche loro sul serio – perché i soldi sono solo un metro di valore non è così. È l’unico terreno comune che le persone hanno perché altre persone le prendano sul serio quanto loro prendono sul serio se stessi, cioè è questo quello che vogliono davvero non è così? Pensaci, Harry.

– Ci ho pensato, guarda un po’. Per quanto tempo dobbiamo aspettare. Tra un’ora devo essere in tribunale.

– Dicono che l’hanno messo in terapia, non dovrebbe metterci molto. L’infermiera dice che è in uno stato di grande agitazione.

– L’hai mai visto in un altro stato?

– Be’ Dio mio ma che pretendi? Scavando in profondità nella borsa della spesa sul pavimento lì tra loro – in fondo, essere investito da un’automobile?

– Mi pare che voglia fermarsi a lungo.

– Be’ di certo gli servivano la sua vestaglia e i pigiami, il resto della posta, appunti, carte, dato che pensa di lavorare un po’ qui.

– Come da qualsiasi altra parte, direi.

– Adesso non cominciare, cioè è per questo che ti ho chiesto di fare un salto e salutarlo non è così? per fargli vedere che la famiglia si preoccupa per lui? Magari potresti anche far finta che sia stata tutta una tua idea, ecco… presentarti con un regalino bello impacchettato, – potresti dargli questo.

– Ma che…

– È solo un barattolo di conserva di zenzero, quelle cose che gli piace mangiare la mattina col toast. Di sicuro qui si becca solo quello schifo di Kraft è uva perché è viola.

– E secondo te ci crede? che esco e vado a prendergli la conserva di zenzero per il toast della colazione?

– Secondo me penserà che sei stato molto premuroso.

– Infatti. Gli ho portato una copia di questa nota sul caso Szyrk.

– Davvero un pensiero carino Harry, solo non proprio giusto giusto. Lo sai che lui e Papà fanno fatica a andare d’accordo su qualsiasi cosa, pensi che questa cretinata del cane su tutti i giornali sarà di qualche aiuto?

– E un’altra cosa qui su quel filmone sulla Guerra Civile, magari potrebbe…

– Be’ Dio mio non vorrai tirar fuori quella roba! Cioè ti ho appena detto che è in uno stato di grande agitazione o no? Non è già abbastanza? Quando ho guidato fin laggiù per prendere le sue cose il giardino non era stato tagliato, quella veranda a sud non era ancora stata riparata che non so come fa a star su, avrebbe dovuto dipingere le porte del garage e non le ha nemmeno toccate, sono mesi che parla di aggiustare l’accensione di quell’orrenda automobile, e poi chiaro, è arrivata Lily, proprio quello che ci voleva. Con una BMW. Preferirei che non tamburellassi in quel modo le dita, e non potresti far qualcosa per questo schifo di musica? Le mani di lui andarono ad aggrapparsi alla cartella che teneva sulle ginocchia, e lei strinse le gambe come ad opporsi al tum, tum, tum tum tum, tum accompagnato senza gran successo dai colpi che venivano dalla sedia a rotelle. – Una BMW nuova di zecca, dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Non volevo dirle quello che era successo però certo sapevo che Oscar si sarebbe infuriato se non l’avessi fatto, è come con tutto il resto. All’inizio pensavo fosse quella agente immobiliare ma è venuto fuori che lui non l’ha mai nemmeno chiamata, non che faccia differenza. Per come era messo stamattina, nessuno vorrebbe comprare un posto del genere.

– Appunto.

– Cosa vuol dire, appunto. Dopotutto è Papà che mette in giro voci sul metterlo in vendita.

– Voglio dire che Oscar non vuole che sia messo in vendita.

– Be’ lo so che Harry Dio mio, sarà cent’anni che ne parliamo. Cioè dicevamo che uno di noi avrebbe comprato la parte dell’altro quando saremmo cresciuti, ma se gli capitasse qualcosa e diventassi io la proprietaria si arrabbierebbe sul serio perché il posto apparteneva a sua madre quando Papà l’ha sposata e lui ha detto che sarebbe tornato per perseguitarmi, saltava fuori da dietro le porte per farmi vedere come avrebbe fatto, mi prendeva e mi faceva il solletico fino a farmi urlare, fino a farmi mancare il respiro fino, fino che non veniva qualcuno, fino che non veniva mia madre a tirarlo via, o Papà. Era l’unica cosa di cui avesse paura. Papà.

– Se posso dire la mia, non mi sembra una cosa molto sana.

-Be’ io non. Cioè eravamo solo dei bambini.

– Appunto.

La musica aveva preso una pulsazione latina ravvivata da colpi scriteriati, scorli, spinte improvvise con le mani dalla sedia a rotelle cui lei voltò la schiena, nella propria impazienza lasciando piegata scomodamente indietro una gamba, e quale teatro, dato che se ne parlava, “La lotta tra il vero amore e l’odio famigliare?” una “Tragica vicenda di menzogne famigliari e superstizione?” puntandosi sul piede storto dietro di sé – ma quando mai lui avrebbe pensato di prendere i soldi, a meno che non li avesse sposati come Papà. Cioè vedi bene perché i genitori di Lily ci hanno rinunciato con lei, lui mi ha detto che il padre di Lily ha affidato tutti i soldi a suo fratello di Lily, sistemando la cosa della tassa sulla proprietà in caso lui muoia, così lei di certo si vede sposata con Oscar e che andrà a vivere proprio lì semmai riuscirà a divorziare come si deve, il che di certo è impossibile. Dove stai andando.

– Guarda mi sa che lui starà qui per un po’, magari potrei venire più avanti in settimana quando lui…

– Puoi venire anche in settimana Harry, cioè in tutto questo avrete modo di conoscervi un pochino meglio o no, passare un po’ di tempo anche solo per chiacchierare un po’? Perché io continuo a pensare che lui abbia saldato il conto del primo avvocato di Lily quando lei è passata a questo secondo, che ha la metà degli anni di Oscar e lei già ha messo su un casino di matrimonio e questo casino di divorzio e quel casino di famiglia che ha e ora questo casino di andare a farsi rubare il portafoglio? Ah, loro non le daranno un penny, no di certo, ma Oscar sì, le presterà i soldi come se lei potesse ridarglieli indietro e intanto sono mesi che parla di aggiustare l’accensione di quell’auto, e come parlava dei propri denti, chissà se quella macchina durerà abbastanza che valga la pena aver comprato i nuovi copertoni. Duemila dollari per i denti nuovi no, no lui li darà a Lily ma non andrà a prendersi dei nuovi o Dio mio! Che è successo!

– La donna che è uscita dall’ascensore, è finita contro quell’infermiera con un carrello di campioni di sangue, aspetta Christina sta’ seduta, non…

– Ma è Trish! e si tirò in piedi. – Trish!

– O Dio. Tina, che dolce, come facevi a sapere che sarei venuta qui, guarda che roba. Sangue e vetri rotti sul pavimento, è proprio come a casa.

– Ma guarda aspetta, ti è finito tutto sul cappotto aspetta, infermiera?

– Infermiera! Di chi è questo sangue no, non toccarlo Tina se non vuoi beccarti Dio sa cosa, infermiera? Può fare qualcosa?

– Passi da questa parte signora, così possiamo, Jim? Dov’è Jim. Digli di portare uno strofinaccio io devo andare a lavarmi le mani, digli di mettersi i guanti.

– Il sangue verrà via dal mio, ma dov’è andata. No meglio che lo brucio, come quel pavimento dell’atrio in cima alle scale, è come con le macchie di vino rosso su un tavolo di marmo le persone sono così maledettamente imbranate, basta guardare quella stronza di mia serva che ridacchiava, dopo l’ultima volta se ne verrà fuori con cela va devenir une habitude Madame? e via così fino all’upper east side, ma che premurosa ad essere qui Tina. Sempre a pensare agli altri.

– No è Oscar, un incidente, è stato investito da…

– Mica scemo! Cioè può far causa per milioni o no, se leggi di questi fantastici premi che danno via tutti i giorni sui giornali? Lui è ancora dietro a quella tristezza di scrittura o insegnamento o cos’era poi? Ormai è bell’e che sistemato o no, mi ricordo quella volta che ci ha portato tutti quanti alla spiaggia a Bailey’s e ha perso il suo, oh Dio guarda qua! Cacciò fuori la punta di una scarpa di seta mauve numero 40 pianta stretta. – Guarda!

– Ma sono un amore, che raff…

– Non lo vedi? proprio lì sulla punta, il sangue?

– È solo una macchiolina, nessuno potrebbe…

– Credi che Gianni me ne venderebbe mai un altro paio se lo vedesse? Afferrò la spalla vicina a lei, – tremo, tienimi…

– È solo una macchiolina aspetta, non…

– Ma ti rendi conto che ora dovrei tenerle indosso, diffondendo Dio solo sa che malattia per tutta la città? calciandone via una, e poi l’altra, – Cioè sono state disegnate per andare per prima cosa col cappotto, magari hanno dato a Oscar un paio di quelle pantofoline di carta come quello svitato laggiù sulla sedia a rotelle che agita qua e là le braccia per dirigere la musica Teen non guardare, c’è un tipo sospetto là vicino alla porta che ti sta fissando.

– Dove, cosa oh, oh è Harry. Harry? Harry lei è Trish, andavamo a scuola insieme.

E non appena lui arrivò alla sua portata – Oh! afferrandogli la mano, – e lui è il tuo dottore?

– È mio marito Trish, Harry Lutz. È un avvocato, noi…

– Teen e chi se lo sognava che ti saresti sposata!

– Be’ nemmeno io fino a un anno fa, noi…

– Mica scema. Voglio dire averne uno proprio in famiglia, dove non ti potrà mandare quei conti ridicoli e poi farti causa come fa sempre il mio, perché io devo chiamare Bunker non appena metto piede in casa. Ovvio che mi dispiacerebbe un sacco fare causa per questo pasticcio ma in fin dei conti lui è nel direttivo dell’ospedale, o no? e non è mica che io non abbia versato il mio bel bonus anno dopo anno per quella maledetta collana di diamanti bianca fino a quella notte in ascensore quando mi hanno letteralmente strappato i diamanti dalla gola e si sono presi la molletta dei soldi del povero Bunker, la molletta d’oro del suo vecchio paparino fatta a forma di baracca per pisciare era più che altro per il ricordo, ha messo annunci per settimane e adesso è abito da sera e noi lo chiamiamo semplicemente Party Invernale per non darci troppe arie il che è perlomeno incongruo o no, cioè Harry Winston non ti darebbe di che vestirti per la mensa della chiesa di Kalamazoo e Gianni non mi cucirebbe nemmeno il sudario se potessero vedere com’è conciato adesso questo cappotto con il sangue di Dio sa chi che diffonde Dio sa cosa, se ne saltano fuori con questa nuova depravazione di vendicarsi sul resto di noi che pensava che le cattive notizie dopo una bella scopata se ne andassero con la penicillina ma non è più come quello schifoso di un Mister Jheejheeboy eh già, come se sposare noialtre fosse una carriera eravamo tutte delle scolarette maledette ma quando poi la scuola è finita addio, adesso non ti azzardi a toccare nessuno sotto i trenta Teen ho bisogno di parlarti.

– Sì soltanto, Harry? Harry aspetta un attimo…

– Perché cioè Teen il matrimonio alla nostra età, di colpo è metà del divertimento a prezzi raddoppiati mi chiamerai?

Maracas, bonghi, cicicabùmci, lui si era allontanato dal furore in sedia a rotelle fin dove lo permetteva la grandezza della sala d’aspetto, rimanendo lì a tamburellare le dita sulla cartella quando un’infermiera gli diede un colpetto sul braccio indicando giù per il corridoio al – sei dodici B.

– Christina?

– Sì arrivo. E quella borsa della spesa potresti per, oh l’hai già presa. Trish? Mi chiami?

– Salutami Oscar, e Teen? Volevo dire che disgrazia per tuo padre, su tutti i giornali con quel cane orrendo, e chiamerai? Dovrebbero semplicemente sparargli, infermiera? Ha intenzione di lasciarmi qui impalata?

– Qui, da questa parte… e in fondo al corridoio, – a proposito di Lily…

– Be’ adesso che c’entra Lily! Accelerando il passo – no, ci sono due tipi di persone al mondo Harry, quelle che danno e quelle che prendono, pensaci. Tu non pensi che il bonus di Thrish sia come dire un tozzo di pane giusto? Il suo terzo marito possedeva metà del legname del Maine e ora arriva Lily a spremere soldi al povero Oscar quando lui non può nemmeno comprarsi dei denti nuovi, come quella macchina, servono nuovi pneumatici per la macchina altrimenti andrà in mille pezzi.

– Come… tirandola di lato all’arrivo di un’infermiera in marcia verso di loro con la sedia a rotelle.

– Come cosa.

– Parkinson, mentre la sedia a rotelle passava sotto le spinte mute di una mano, scatti della testa, – paralisi, Christina. Paralisi.

612 B: nel primo letto una figura era sdraiata inerte, assorbita nel caos delle notizie sulla viabilità di una radiolina portatile; e al di là della tenda tirata, da un mucchio di giornali, – Bene. Siete arrivati finalmente.

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