Dall’Apocalisse alla fantasticazione

Da domani, e fino al quattro maggio, a Leicester, in Inghilterra, si discute di fantasticazione in un convegno organizzato dalla locale Università, che avrà come ospiti Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Daniele Benati e molti altri (vedi il programma qui sotto).

In Italia, nel frattempo, si discute di Apocalisse. In un evento eccezionale con musiche, spettacoli teatrali e filosofiche esibizioni, Massimo Cacciari presenta una sua interpretazione dell’ultimo libro del Nuovo Testamento dedicato al tema della “fine dei tempi”. Cacciari sostiene che l’Apocalisse è il tempo attuale e presente, non quello che verra, e che l’autore del Libro, Giovanni, allude all’impegno umano, alla decsione che l’uomo deve prendere già qui, subito, per dimostrare la sua fede e inverare il suo credo. “Facta sunt”, dice l’Apocalisse secondo Cacciari: e cioè i giochi sono fatti, niente di nuovo è più possibile per l’uomo: “nessun evento può produrre qualcosa che in esso non sia già saputo”. “In esso”, cioè nella venuta di Cristo. Quindi bisogna scegliere, perché con la Rivelazione tutto è chiaro e distinto, evidente: nello stesso tempo e nello stesso spazio convivono tutte le cose, e dall’eterno presente dell’attualità non si scappa. Anzi, la storia è finalmente solo attualità: nessun passato e nessun futuro, solo presente, il presente del Cristo – unica Novitas – che arriva e ci salva tutti. Bisogna decidere, anzi decidersi: essere letteralmente decisionisti. Anche perché da un lato c’è Cristo, dall’altro Satana: aut aut. Nessuna via di scampo. La responsabilità dell’uomo consiste nel sentirsi un buon amministratore: delle proprie sostanze, del mondo civile che abita, della propria famiglia e così via. La storia quasi è una cosa superflua, essendo già tutto qui chiaro, evidente e rivelato. Tutto è spiegato e spiegabile dagli Uomini Che Hanno Deciso, che come Spiriti Superiori hanno gli strumenti per traghettarci verso la verità filosofica della Buona Amministrazione. Nella vita non c’è mai niente di provvisorio e precario, essi ammoniscono, ma qualsiasi cosa, gestita con oculatezza, mostra immediatamente la sua verità, ovvero la sua convenienza. Abbiate fede, e sarete felici e ben amministrati.

L’espressione “facta sunt” fa venire in mente, per una strana analogia, il motto vichiano del “verum factum”: “verum et factum convertuntur – dice Vico nel De antiquissima italorum sapientia – … seu reciprocantur”. Per Vico, infatti, il “vero” e il “fatto” sono la stessa cosa: essendo la fantasia il motore della mente e della storia umane, non c’è mai fine della storia senza un nuovo cominciamento, che sarà ancora una volta storico, perché non puo esserci fine alla possibilità di continuare a pensare al mondo umano come a qualcosa di non cocnluso, di non defintivo, di non rivelato. I “fatti” o i “giochi” non sono mai fatti del tutto se a parlare, e quindi a farli e creali, è un uomo, direbbe Vico, con tutti i suoi difetti e le sue scempiaggini. I “fatti” umani traggono la loro verità soltanto dalla fantasia e dall’ingengo che li ha partoriti, soltanto dal fatto di essere stati fatti, quindi senza alcun significato riposto o superiore, e non sono pertanto giustificabili atti amministrativi ma potenze perenni, sempre rinnovabili e indefiniti, imperfetti.

Chissà, forse mentre in Italia imperversa l’Apocalisse, a Leicester, nei prossimi giorni, ci sarà ancora qualcuno capace di sostenere, con la mente eroica di Vico, che “il mondo è ancora giovane” e, dunque, che ancora tutto è da inventare e da fantasticare.

LITERATURE AS FANTASTICATION: IN CONVERSATION WITH GIANNI CELATI

LETTERATURA COME FANTASTICAZIONE: A COLLOQUIO CON GIANNI CELATI
 

University of Leicester, 2-4 May 2007

Guest speakers/writers:

Gianni Celati, Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Enrico De Vivo, Jean Talon

Wednesday 2 May

9.00-10.00 Registration / Beaumont Hall, Reception

10.00-10.15 Opening

10.15-11.30 (Chair: Rebecca West)

Roundtable with GIANNI CELATI, ERMANNO CAVAZZONI, JEAN TALON
Il limbo delle fantasticazioni

11.30-12.00 Coffee/tea break

12.00-13.00 (Chair: Laura Rorato)

DANIELE BENATI (Università di Budapest), Contro la sviolinata delle false parole

ENRICO DE VIVO (Napoli), Questioni fantastiche

13.00-14.30 Lunch

14.30-16.00 (Chair: Marina Spunta)

REBECCA WEST (University of Chicago), La donna fantasticata nel mondo celatiano

MARCO SIRONI (Milano) Dalle apparenze alle apparizioni. Il sorgere delle immagini alla radice delle scritture di Gianni Celati

SALLY HILL (Victoria University of Wellington) Livable Fictions: The Landscape Narratives of Gianni Celati and Luigi Ghirri

16.00-16.30 Coffee/tea break

17.30-18.30 Reading on campus: CELATI, CAVAZZONI, BENATI

(Charles Wilson Building, 2nd floor, Belvoir Park Lounge)

18.30–19.30 Reception

(Charles Wilson Building, 2nd floor, Belvoir City Side)

20.00 Indian restaurant

Thursday 3 May

9.00-10.45 (Chair: Claudia Nocentini)

LENE WAAGE PETERSEN (University of Copenhagen), Verso la foce

CHARLES KLOPP (Ohio State University), Gianni Celati: Witness to the Unpresentable

PIA SCHWARZ LAUSTEN (University of Copenaghen), Una letteratura che ci rende “meno apatici”: L’impegno di Gianni Celati

10.45-11.15 Coffee/tea break

11.15-12.30 (Chair: Marina Spunta)

GERHILD FUCHS (University of Innsbruck), Fantasticazioni sullo spazio nell’opera di Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati

GIULIO IACOLI (Università di Parma), Etnocomiche. Le città invisibili di Gianni Celati