Agire come Bartebly lo scrivano. Avere sempre una preferenza per il no. Non rispondere a inchieste, rifiutare interviste, non firmare manifesti, perché tutto viene utilizzato contro di te, in una società che è chiaramente contro la libertà dell’individuo e favorisce però il malgoverno, la malavita, la mafia, la camorra, la partitocrazia, che ostacola la ricerca scientifica, la cultura, una sana vita universitaria, dominata dalla Burocrazia, dalla polizia, dalla ricerca della menzogna, dalla tribù, dagli stregoni della tribù, dagli arruffoni, dai meridionali scalatori, dai settentrionali discesisti, dai centrali centripeti, dalla Chiesa, dai servi, dai miserabili, dagli avidi di potere a qualsiasi livello, dai convertiti, dagli invertiti, dai reduci, dai mutilati, dagli elettrici, dai gasisti, dagli studenti bocciati, dai pornografi, dai poligrafi, truffatori, mistificatori, autori ed editori. Avere come preferenza assoluta il rifiuto, ma senza specificare la ragione del tuo rifiuto, perché anche questa verrebbe distorta, annessa, utilizzata.
Rispondere: “I would prefer not to”. Non cedere alle lusinghe della televisione. Non farti crescere i capelli, perché questo segno esterno ti classifica e la tua azione può essere neutralizzata in base a questo segno. Non cantare, perché le tue canzoni piacciono e vengono annesse. Non preferire l’amore alla guerra, perché anche l’amore è un invito alla lotta. Avere preferenza per il no. Non adunarti con quelli che la pensano come te, migliaia di preferenze negative isolate sono più efficaci di milioni di preferenze negative in gruppo. Ogni gruppo può essere colpito, annesso, utilizzato, strumentalizzato. Alle urne metti la tua scheda bianca sulla quale avrai scritto: “I would prefer not to”. Sarà il modo segreto di sentirti definitivamente sereno; e forse quelli del “sì” cominceranno a chiedersi che cosa non viene apprezzato nel loro ottimismo.
dal Diaro degli Errori, Adelphi, pagg. 98-99