Nel 1949 Michelangelo Antonioni realizza, con lo stile del reportage, L’amorosa menzogna, un cortometraggio che racconta gli esordi e l’enorme diffusione dei fotoromanzi nella società italiana del dopoguerra, alternando notazioni ironiche a testimonianze scritte delle ammiratrici di questi eroi di carta, e mostrando i set dove si ideavano gli scenari di fiaba di queste storie sognanti, i cui protagonisti creavano poi piccole folle di lettrici entusiaste ad ogni loro apparizione.
Vincitore del Nastro d’Argento per il migliore documentario nel 1950, il cortometraggio si avvale dell’opera di Citto Maselli come aiuto regista e delle musiche, davvero azzeccate, di Giovanni Fusco. Il soggetto originale, di Antonioni stesso, verrà poi affidato a Federico Fellini, che lo svilupperà e amplierà dando vita al suo primo lungometraggio ufficiale (dopo una regia in coabitazione con Alberto Lattuada in Luci del varietà), Lo Sceicco bianco.