Stradario
Quando il mattino comincia, ora
e l’ora si apre alla speranza
pezzi di passato compongono
nella mente una trama
di strade fatte tutte, segnate tutte.
La velocità del fiume
Queste mattine di aprile
vengo a vedere il fiume
quando scorre quieto.
Stamattina è così calmo.
Ne prendo la velocità.
Ho fissato due termini.
Ho gettato due legnetti.
Quattro metri, sette secondi.
Questi due un secondo e qualcosa in più
ci hanno messo, questi otto netti
in un minuto trenta metri.
Milleottocento in un’ora.
Figli
Mentre tornavate
zuppi dai campi
sapevamo solo
era già tardi
che stavate rientrando.
Ora è lo stesso
le notti passate ad aspettare
che il portone si apra.
Sappiamo solo, è tardissimo
che state rientrando.
La quarta età
Sì, va bene, va bene
tornerò a farmi metodico
schivo riservato.
Promesso.
Se è questo che vuoi da me
io ci tornerò.
Dieci ore sui libri
una per prendere sonno
sei per dormire
due per camminare
cinque – ma quante ne sono di ore?
Non si finisce mai di contare.
Stanza
La tua voce di ieri, queste quattro pareti
un solo sentimento, contenti di stare qui
da un pezzo spenta la stella del mattino
in un giorno che possiamo dire solo nostro
come se l’inverno non fosse che il mutare
di colore in cima agli spalti, come se le parole
non fossero che richieste fatte di soccorso…
Lo so, stai per dire: Che vuoi dire, di preciso?
E tu, allora, che cosa volevi dire l’altro ieri
quando, nel silenzio perentorio che stava
nella stanza, mi hai chiesto: Poco fa dov’eri?
Ti ho chiamato, non c’eri, dov’eri poco fa?
Due kilim
I
Castagno scuro il fondo.
Tuono la cornice.
Sui fianchi di chi tesse
dodici coppie al campo.
II
Blu acciaio il fondo.
Ai lati corti il pettine.
L’acqua della vita ai lati lunghi.