L’uomo nel francobollo

di in: Bazar

L’uomo nel francobollo è lavato e sbarbato, ma non pare sentirsi a suo agio né divertirsi granché.
Guarda stupito fuori dal francobollo; forse è spiazzato dalla caterva di cose che vede al di là, dal momento che da lui non c’è niente. Per meglio dire: c’è solo quello che ha addosso, perché l’uomo nel francobollo non è nudo.

 

Indossa una giacca di tipo vagamente militare, ma più sull’aristocratico che sul marziale. Una cravatta, una camicia; altro non si vede.
Ha l’aria del principe reggente, un po’ sperduta.

 

A volte sembra pensare “Almeno mi avessero dato un cellulare!”, ma poi riflette “Già, ma come farei a ricaricarlo?”; quindi si mette il cuore in pace.

 

Forse desidera una bistecca ai ferri, con contorno di patate arrosto; o forse è a dieta, e pur sentendo fame non vuole sbilanciarsi.

 

Vegetariano, non ne ha proprio l’aria.

 

Non solo lì da lui non c’è niente o quasi niente, non c’è nemmeno nessuno. Questa è una carognata; il suo sguardo esprime bene il concetto.

 

Invece di questa nebbia tipografica, dice tra sé e sé, potevano ben metter sullo sfondo una qualche piazza, con un gruppo di persone; o almeno un cane.

 

Si capisce a prima vista che non ne può più di quella vita; a ragione. Ma non gli è nemmeno possibile suicidarsi perché non ha le mani (è soltanto un mezzobusto, sia pure del jet-set internazionale).

 

D’altra parte, anche se l’avessero provvisto di un paio di mani, o anche di una mano sola, non saprebbe come fare; per impiccarsi con la cravatta bisogna avere un punto d’appoggio, tipo un chiodo, ma quei mastini del Poligrafico hanno risparmiato anche sui chiodi.

 

Buttarsi dalla finestra non se ne parla neanche, poiché un francobollo non è una finestra.

 

Ha provato varie volte a trattenere il respiro, cercando di soffocarsi, ma il suo istinto di conservazione ha sempre avuto la meglio.

 

L’unica cosa che ricava da questi tentativi è un gran mal di testa, che gli amareggia ulteriormente il senso della vita.

 

Osservatelo bene: quando guarda fuori dal francobollo ha un’espressione che significa inequivocabilmente È lì che voglio ritornare.

 

Lì, in un qualsiasi posto del mondo, anche una galera.

 

Ma già sarebbe contentissimo di ritrovarsi in una banconota, dove non manca mai un ponte, un vascello o un aeroplano da cui buttarsi giù e farla finita una volta per tutte.

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