Un bazar di testi, di ricchezze nascoste, messe insieme “inseguendo il sogno della letteratura”. Versi, racconti, saggi o semplicemente appunti raccolti con l’illusione di riuscire ad “aprire uno spazio di comunicazione tra le monadi disperse nel deserto”.
Nasce con questi obiettivi “Il fior fiore di Zibaldoni e altre meraviglie”, – casa editrice Santoro – primo volume di una collana collegata all’omonima rivista letteraria telematica, www.zibaldoni.it, nata tre anni fa dall’intuizione di Enrico De Vivo e Gianluca Virgilio. Una rivista che si è trasformata nel tempo in un vero cenacolo letterario, uno spazio di discussione capace di raccontare «una forma che sia la forma della vita, alla ricerca di una linea vitae, di una scrittura che non conosciamo». Una collana, quella nata dalla rivista letteraria, che scaturisce dall’esigenza, come spiega Enrico De Vivo, nativo di Angri, all’attivo un volume edito da Feltrinelli, “Racconti impensati di ragazzini”, di avere un riscontro che non sia solo virtuale. «Malgrado il gran numero di contatti, – spiega De Vivo – abbiamo constatato una difficoltà di lettura legata proprio al mezzo della rete. Il fruitore di libri difficilmente si avvicina alla rivista on line, mentre noi cercavamo uno strumento che consentisse di trasmettere al pubblico testi significativi. E certamente è più facile che sia un libro ad avviare un dibattito che non la rete». Difficile spiegare i testi che compongono l’antologia del fior fiore di Zibaldoni, difficile poiché proprio questi frammenti si fanno espressione di quella eterogeneità e indefinibilità che è essenza della letteratura. Un’idea di letteratura, quella portata avanti dal gruppo di intellettuali che anima la rivista – che vanta tra gli altri la presenza di due scrittori irpini, Franco Arminio e Livio Borriello – differente da quella oggi di moda. «Andiamo alla ricerca di quella fantasia, di quell’immaginazione che sono completamente assenti dalla letteratura contemporanea, troppo legata alle esigenze del mercato. Non lanciamo proclami, ci limitiamo a proporre esempi di scrittura non omologati, non facilmente vendibili, c’è la consapevolezza che la letteratura non può essere costretta entro confini ben precisi, non può essere impacchettata, la puoi incontrare dove non te l’aspetti, nel diario di un malato di mente, in un articolo di giornale, in una pagina di appunti. Non è un caso il riferimento allo Zibaldone di Leopardi, esempio di scrittura che va in tutte le direzioni, è slacciata dai generi, non classificabile, mescolando riflessioni, descrizioni, versi. La scrittura deve nascere da un’urgenza interiore, non da un’indagine di mercato». A caratterizzare il volume frammenti, rigorosamente inediti, di Franco Arminio, Antonin Artaud, Alessandro Banda, Rocco Brindisi, Gianni Celati, Anna D’Elia, Enrico De Vivo, Stefania Fumagalli, Drazan Gunjaca, Ivan Levrini, Mandiaye Ndiaye, Mattia Mantovani, Paolo Morelli, Elio Paoloni, Sandro Pedicini, Marina Pizzi, Raoul Precht, Antonio Prete, Davide Rocca, Massimo Riva, Mili Romano, Paolo Ruffili, Mario Valentini, Gianluca Virgilio, Robert Walser. E così si va da “Outlook” di Arminio, dichiarazione di odio/amore nei confronti di quella nuova droga tecnologica che è la posta elettronica, agli scritti zibaldoniani di Virgilio, dai “Vangeli apocrifati” di Valentini alla traduzione di uno scritto di Robert Walser fino al “Leopardi compagno di strada” di Celati: «Leopardi è ancora un nostro compagno di strada perché è un alieno rispetto a questo tipo di sfondo in cui siamo immersi, rispetto a questa assegnazione totale dei luoghi. Tutto è assegnato oggi. Leopardi, invece, è il poeta che dice delle parole che non sono assegnate a nessun luogo…».
Un esperimento importante, quello lanciato da Zibaldoni, unica rivista letteraria on line nata nel Sud Italia, che già sta lavorando alla pubblicazione degli altri volumi della collana, firmati da autori come lo stesso Livio Borriello, Gianni Celati, Alessandro Banda, Rocco Brindisi. «Le difficoltà non mancano – spiega De Vivo – portare avanti un progetto al Sud significa sempre fare i conti con ostacoli di ogni tipo ma non ci arrendiamo, animati dal desiderio di raccontare la scrittura, unico spazio aperto, unico territorio incolonizzato in cui possiamo cogliere l’annuncio di qualche cambiamento».