Due vite

Un racconto di Ingo Schulze e Christine Traber tradotto per ZIBALDONI da Stefano Zangrando.

Lumaca di Valentina De Luca

Poiché gli garbava, il Signore si presentò a una giovane donna e le assegnò due vite. Persa l’una, ne avrebbe avuta subito un’altra e avrebbe potuto condurla in meglio o in peggio, come avesse desiderato. Indi la giovane donna si rivolse al suo fidanzato, esortandolo a mettersi subito in cerca di un’avventura che gli procurasse gloria e ricchezza. Con quei beni egli l’avrebbe felicitata, dopo di che si sarebbero potute festeggiare le nozze con gran bisboccia. Il giovine se ne partì di gran carriera, trovò un drago troneggiante su un tesoro, ma non lo sconfisse e morì per la ferita mortale che si era procurato nella lotta.

Aspettando fedelmente il vittorioso, anno dopo anno, la giovane donna invecchiò e si ritrovò infine sul letto di morte. Qui, nella sua ultima ora, levò in alto la mano. Il Signore gliela afferrò e la consolò, ricordandole che ad aspettarla c’era ancora una vita. La donna chiuse gli occhi e, quando li riaprì nella seconda vita, si fidanzò subito di nuovo. Ma stavolta disse al suo promesso: «Fammi andare nel mondo. Voglio affrontare avventure e portare a casa gloria e ricchezza».

Detto, fatto. Trovò un crepaccio insuperabile e con agile salto se lo lasciò alle spalle, risolse l’enigma di un rospo stregato, rubò al diavolo la sua sottoveste e cavalcò verso casa in groppa a un cavallo bianco dotato di forze miracolose. Aveva conquistato ogni sorta di gloria, ma nessun tesoro, sicché le nozze furono modeste. La coppia visse la sua vita. Quando fu giunta la sua ultima ora, la donna si chiese se l’avesse volta al meglio o al peggio. Levò nuovamente in alto la mano. Ma il Signore non si avvicinò un’altra volta al suo capezzale.

 

(da Henkerslos. Ein Märchenbrevier [Senza boia. Un breviario di fiabe], Hanser Berlin 2013 – Traduzione di Stefano Zangrando)