Si moltiplicano le ipotesi su altri registi coinvolti nel progetto: Wai Chee Dimock, docente di Studi Americani a Yale, segnala una scena del recente Only Lovers Left Alive di Jarmusch, in cui la vampira Tilda Swinton mette in valigia una copia della prima edizione di Infinite Jest (qui l’articolo della Dimock): Jarmusch, si chiede la Dimock, girerà una delle puntate della serie TV? E se sì, quale? O è forse la Swinton ad essere stata chiamata? Vestirà i panni di Avril Incandenza, la madre più perfetta e terrificante di tutti i tempi (uno dei figli la definisce “una contorsionista che usa i corpi degli altri” – a contortionist with other peoples bodies)? O forse della bella e letale Luria P——-? Sull’onda di questo indizio, altri nota che la Swinton è stata spesso utilizzata anche da Wes Anderson, il cui The Royal Tenenbaums è ricchissimo di riferimenti al romanzo di Wallace (già sottolineato a suo tempo anche dai soliti Howling Fantods, che continuano a dichiararsi estranei alla faccenda); anche Anderson sarà della partita?
“C’mon mister Kenkle, let’s play a minimal mambo”
È stato sufficiente che Chuck, uno degli strumentisti dei misteriosissimi Residents, invitasse in questo modo il cantante Randy ad eseguire la loro canzone Moisture durante il concerto del 17 settembre di quest’anno a Sao Paulo in Brasile, per innescare tra i sempre più numerosi prefan (neologismo americano che sta ad indicare i fan di cose che ancora non esistono; il termine è attualmente in leggero vantaggio con il concorrente teasfan, “fan-dei-teaser”) della serie TV Infinite Jest una fanfara di ipotesi su un’eventuale partecipazione dei Residents alla colonna sonora del film. Sì perché di “minimal mambo” si parla proprio durante una scena del romanzo: è un nuovo tipo di ballo di gruppo in cui i movimenti dei partecipanti sono ridotti all’essenziale; è durante uno di questi balli che Madame Psychosis tenta il suicidio con un’overdose di speedball. E mister Kenkle è una comparsa del romanzo. Non crediamo ci siano dubbi: Moisture è senza dubbio la canzone ideale per accompagnare il tentato suicidio di Madame Psychosis, e in generale le atmosfere allucinate dei brani dei Residents sarebbero quanto di più indicato per accompagnare il proteiforme e disturbante labirinto di Infinite Jest.
Né del resto i Residents sono nuovi a incursioni nel mondo del cinema: sembra addirittura che si siano incontrati per la primissima volta durante il casting di 2001: A Space Odyssey di Kubrick, film nel quale avrebbero dovuto interpretare alcune delle scimmie sconfitte dal “clan del monolito”. La leggenda vuole che Kubrick li abbia cacciati quando durante il provino, si misero tutti e quattro, ancora senza conoscersi e travestiti da scimmie, a improvvisare un selvaggio tip tap, e che gli assistenti di Kubrick abbiano poi dovuto passare qualche brutto quarto d’ora per riuscire a farsi restituire le maschere da scimmia dai quattro. Il fatto è che in quel momento i futuri Residents stavano vivendo uno di quei rarissimi colpi di fulmine multipli che sono prerequisito necessario di ogni gruppo musicale che aspiri, come minimo, a trascendere il proprio tempo, ed erano inizialmente decisi a formare il loro gruppo senza nemmeno sapere l’identità l’uno dell’altro. Ma per far questo avrebbero dovuto tenere indosso le maschere da scimmia. Quando finalmente gli assistenti al casting hanno capito cosa stava succedendo, il più atletico e sveglio tra loro si è lanciato al classico trotto-dell’assistente-purosangue-futuro-direttore-del-casting-che-un-giorno-nel-suo-ufficio-sfacciatamente-lussuoso-racconterà-di-quella-volta-che-i-Residents-hanno-cercato-di-rubare-le-maschere-di-Stanley-e-allora-lui-che-ai-tempi-era-ancora-un-assistente-dopo-aver-compreso-qual-era-il-punto-e-quale-fosse-l’unica-via-d’uscita-si-è-lanciato-al-classico-trotto-etc., insomma il brillante assistente trottò, trovò e tornò con una cartelletta in cui erano contenuti i nomi delle quattro “scimmie”, li presentò l’un l’altro con tanto di numero di previdenza, rendendo finalmente inutili (per le “scimmie”) le maschere e salendo nel contempo il primo gradino della sua suttratteggiata carriera. Se il nastro con quel provino è una specie di sacro Graal per i fan dei Residents (e un pochino anche per quelli di Kubrick), quell’ex assistente al casting è il Re Pescatore.
Noi siamo tuttavia convinti che la partecipazione al casting di 2001: A Space Odyssey sia con ogni probabilità una leggenda metropolitana; è però cosa conclamata che i Residents hanno più volte collaborato con Spielberg, interpretando ad esempio alcuni dei medici in tuta anticontaminazioni in E.T. e, recentemente, tre inservienti della CIA incaricati di fare una doccia decontaminante a Harrison Ford in Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull.
Da parte nostra ci piace aggiungere che in Infinite Jest gli abitanti della casa di disintossicazione Ennet sono appunto chiamati “residents”, e che uno dei film di James Incandenza riguarda la mostruosa trasformazione di esseri umani in giganteschi bulbi oculari, che com’è noto sono una delle maschere classiche dei Residents. Infine, uno dei personaggi principali del romanzo, Madame Psychosis, oltre ad avere un nome che da solo potrebbe essere il titolo di una loro canzone, è anche un personaggio del quale non vediamo mai il volto… Insomma, il feeling tra Infinite Jest e i Residents è forte. Alcuni si chiedono anche se il nome Kenkle non voglia suggerire un possibile cameo di Randy nel film: Kenkle è infatti un uomo delle pulizie dell’Enfield Tennis Academy, che nel finale del romanzo ha un ruolo piccolo ma non privo di importanza. È grazie a lui che Hal Incandenza scopre di stare perdendo, a quanto sembra, ogni controllo sui propri muscoli facciali, come noi un pupazzo voodoo il cui vero volto non fa che precipitare attraverso profondità sempre più irreparabilmente remote e nere.