Articoli di Alessandro Carrera
“Il diritto lo so a che cosa serve, serve a tenere a bada il rovescio”. La voce narrante di Poche parole che non ricordo più sta parlando proprio del diritto con la D maiuscola, e con un aforisma di quindici parole sintetizza così il rapporto tra la Legge e il suo lato nascosto, l’infrazione che [continua]
Il ventesimo secolo ci ha lasciato un’eredità poetica straordinaria quanto ingestibile. Se ne siamo eredi è solo per ragioni cronologiche, non perché ce ne sentiamo veramente degni. Le avanguardie storiche, l’espressionismo, il modernismo, le neo-avanguardie, il rinnovamento dell’epica, la lingua lanciata verso l’ubriacante libertà dal referente, lo strutturalismo sempre seguito a ruota dal neo-orfismo, sono [continua]
Presentiamo una scelta di poesie dall’ultimo libro di Alessandro Carrera, Beato chi scrive, appena pubblicato da Nottetempo: “Beato chi scrive e chi fa a meno delle spiegazioni. Perché la poesia non è scritta per gli esseri umani, che infatti non la leggono. Chi scrive poesie crede di parlare ai suoi simili ma in realtà scrive per gli angeli, che leggono tutto. Il modo di leggere degli angeli, però, non è quello degli uomini. Gli uomini hanno tempo. Poco, ma ne hanno. Gli angeli non hanno tempo.Hanno l’eternità, ma l’eternità non è il tempo. L’eternità è un solo istante che non passa mai. Nell’eternità, l’unica poesia che si può leggere è quella che si coglie con un solo colpo d’occhio. Non c’è tempo per girare le pagine, nell’eternità. Beato chi è letto dagli angeli, allora, tutto intero su una pagina da non girare mai e che viene ricomposta senza posa, mostrando in trasparenza tutto quello che vi è stato e vi sarà scritto”.
Giorgio Gaber è morto cinque anni fa, il primo gennaio del 2003, e io non gli ho ancora perdonato di aver tradito. Non me, non qualche causa, non le sue platee adoranti, disposte a farsi passare contropelo a ogni suo nuovo spettacolo come in un sublime rituale masochista, ma la sua arte, la bestia da [continua]
Quando qualcuno mi viene a trovare a Houston, la città dove vivo da dieci anni, c’è una prova alla quale sottopongo i miei ospiti senza che loro lo sappiano. Li porto a vedere la Rothko Chapel e osservo la loro reazione. La Rothko Chapel è costruita su una pianta ottagonale incrociata a una croce greca. [continua]
La rosa di ieri
Una notte, così si racconta, l’imperatore Niceforo fece un sogno straordinario. Sognò, nientemeno, la torre perfetta. La torre esistente era stata iniziata da secoli e già i quartieri imperiali, sistemati agli ultimi piani, venivano spostati sempre più in alto ogni volta che si annunciava il compimento di un nuovo cerchio. Della visione di Niceforo non [continua]
Nelle ultime settimane, tra New York e Milano, amici e conoscenti si sono sentiti in dovere di informarmi sulle novità italiane delle quali, stando in Texas, sarei rimasto all’oscuro. Sono così venuto a conoscenza di voci (alcune delle quali mi sono state confidate ancora prima che venisse a galla l’affaire Noemi) che puntano più o [continua]
Cari amici, come forse sapete, collaboro da più di tre anni a “Europa”, che è il giornale del PD. Di solito parlo dell’America e qualche volta dell’Italia vista dall’America. Questo articolo, che ho scritto a commento del caso Englaro, non è stato pubblicato. Non critico la decisione del giornale, so benissimo che ci sono equilibri politici [continua]
Questi dispacci sull’Italia contemporanea vista dall’America possono essere letti come un piccolo trattato di sessuopolitica, visto che è stato l’incrocio istituzionale di politica e piacere, o di politica del piacere, ad aver caratterizzato la situazione italiana degli ultimi anni. Ma che gli italiani abbiano vissuto sotto l’ingiunzione a godere vicariamente della sessualità del loro capo, [continua]
Che cosa accade quando penso Se l’azalea che io vedo è effettivamente un’azalea, che cosa abbiamo in comune, io e l’azalea, perché il nostro incontro sia possibile? Così si esprime Peirce, ma se volessimo riformulare la questione nei termini fenomenologici che ci sono familiari grazie a Husserl e Heidegger dovremmo chiederci quale relazione si può [continua]
L’argomento ornitologico “Chiudo gli occhi e vedo uno stormo d’uccelli. La visione dura un secondo o forse meno; non so quanti uccelli ho visti. Era definito o indefinito il loro numero? Il problema implica quello dell’esistenza di Dio. Se Dio esiste, il numero è definito, perché Dio sa quanti furono gli uccelli. Se Dio non [continua]
Il mio studente non sa dov’è l’Irak. Gli mostro la cartina e sta perplesso, ha un nome mezzo inglese messicano, gli occhi stretti di un maya e il volto largo. Lui la scienza e la politica le studia, lui sa chi vuole il nostro bene. Ma quel certo dittatore non è buono, è il suo [continua]
2 novembre 2000, venticinque anni dalla morte di Pasolini. All’Istituto Italiano di Cultura di New York un centinaio di persone assiste con attenzione infaticabile a una lunga celebrazione dell’anniversario. Al tavolo stanno il senatore Guido Calvi, avvocato della famiglia di Pasolini al processo contro Pino Pelosi, Enzo Siciliano che è stato suo biografo e P. Sitney [continua]