Articoli di Francesca Andreini

Non sapevo cosa aspettarmi. Qualcuno mi aveva parlato di questo uso a me sconosciuto, che invece qui è all’ordine del giorno, di mettere in vendita le parti mobili dentro il bene immobile. Se cambi casa e devi liberarti dell’arredamento diventato inutile fai una estate sale. Se sei vecchio e devi racimolare soldi per trasferirti in [continua]

Per forza di cose, nella vita, si fa sempre qualcosa per la prima volta, come respirare, camminare, bere il latte o un bicchiere di vino, cadere, andare in bici, guidare, baciare, scrivere una lettera o redigere un testamento. E per il corso naturale degli eventi, poi, queste prime volte vengono dimenticate perché troppo lontane dall’età [continua]

Conosco bene una ragazza del Senegal. Viene da uno di questi villaggi sereni, scanditi da luce e ombra, suoni, voci, vento e sabbia rossa. Le donne con i bambini legati da sempre dietro la schiena e gli uomini chini da sempre sulle zolle aspre. Il fiume che corre poco lontano e le mangrovie che frugano [continua]

I PARTE Per la notte di Halloween ti sei messo addosso una palandrana dei periodi confusi della tua giovinezza in cui ti sentivi misterioso e collegato al tempo stesso. Ti impallidivi la faccia e ti vestivi solo di nero. Il cappotto è strano, fuori ogni moda ma l’hai conservato con la scusa che è molto [continua]

Noi siamo in mezzo a un ciclone, un vento fortissimo che scuote tutto ciò che abbiamo intorno e lo minaccia, lo strappa alle nostre mani, da sotto i nostri piedi, alla vista e all’udito. Così, una faccia amica e un luogo che abbiamo frequentato per anni, un angolo caro di una strada, una spalla su [continua]

Aveva penato più di un mese, a farlo prendere allo studio Donati. Il babbo, ce lo trascinava tutte le mattine, prima dell’apertura, con il naso infreddolito e il cervello ancora perso fra i sogni. I colli magri a sciagattare nei colletti duri d’amido, la brillantina a cercare di fare ordine fra le stoppie gialle della [continua]

Un ragazzino che a dodici anni, nell’epoca fra le due guerre, scappa dalla famiglia e dai doveri e comincia a girovagare fra incontri straordinari e grotteschi, fra pericoli e iniziazioni attraverso una Toscana misteriosa, aspra, magica. Sfuggendo al peggio, Gino saltella fra paesi ed esperienze. Si ribella con testardaggine toscana alla natura cattiva del mondo. [continua]


Gino/ 36-38

di in: Gino

36. Nella Wehrmacht Arrivarono la mattina presto, nell’aria pizzichina di settembre, i soldati tedeschi. A camionate, ne scendeva; via giù un salto e poi di corsa. Gino li guardava dalla finestra moversi decisi per prendere la caserma. Nella luce tonda di settembre, veloci peggio delle cavallette, dentro e fuori gli uffici, gli alloggi ufficiali, mentre [continua]

Gino /33-35

di in: Gino

33. Giochi Adesso erano in due, imbacuccati dentro la miseria, al freddo. Passavano le giornate a farsi durare le tessere e le quattro lire dei risparmi, a cercare di scroccare da bere agli amici del bar, a giocare a carte scommettendo sigarette e a gironzolare per strada. A Gino gli veniva male a pensare ai [continua]

Ritorno

di in: Gino

Decidere dove andare era come guardare la nebbia: più ci fissava gli sforzi, più si infittiva la confusione. Allora camminò ancora più veloce e si lasciò andare alle strade e le pietre rosse, i mattoni, i percorsi ritorti delle vie. Ci pensassero loro, a guidarlo. Solo una volta seduto sul sedile, coi primi addii dei [continua]

Ho letto da qualche parte, qualche tempo fa, che qualcuno di molto seguito, tipo la psicologa autrice dell’ultimo best seller, ha dato una autorevole definizione della felicità. Cos’è la felicità? Dice la psicologa (ma non mi ricordo se era davvero una psicologa perché ho la memoria molto labile) che la felicità è il raggiungimento degli [continua]

Quel tiro di Osvaldo Prandi fu un brutto colpo, per il signor Ricci. Girava torvo e curvo adesso, come Gino non si ricordava d’averlo mai visto e con lui conciato così tutto il magazzino stillava stanchezza. Ma una mattina il signor Ricci si risvegliò di colpo. Quando furono le dieci e Marzio ancora non era [continua]

Gino /30

di in: Gino

Il romanzo di Francesca Andreini, Gino, si era concluso con il capitolo 29, nella seconda serie di ZIBALDONI E ALTRE MERAVIGLIE, con la corsa del protagonista sognante per le strade di Siena. Ora, inaspettatamente, ma con nostro grande piacere, riprende. Da dove? Dal capitolo 30, naturalmente, al quale seguiranno altri otto episodi, che – l’autrice [continua]

Il sole tramonta trascinandosi dietro le piroghe, in fila sul mare indaco, verso la luce cadente. Awa guarda e aspetta l’ora favorevole per comprare il pesce, alla fine del giorno. A quell’ora puzza e ha l’occhio spento, allora costa meno. Mentre le piroghe scivolano al largo e anche il trambusto della città sembra silenzioso. Tacitato [continua]

Gino/ 29

di in: Gino

Fuggire e non fuggire Una notte, Gino lo svegliarono dei rumori di mobili sbattuti. No… non erano i mobili sbattuti… era qualcuno che ci sbatteva contro… Poi un urlo soffocò in un rantolo e dopo un tonfo, rumore di cosa che si contorce per terra. Corse in cucina e ci trovò Adele tutta accartocciata. Le [continua]