L’altro giorno, a Roma in via dei Serpenti, un piccolo negozio di antiquariato era chiuso in pieno pomeriggio. Sulla vetrina c’era appeso un cartello scritto a mano: Torno subito. Sotto però si specificava: Se me va. Magari è solo perché il tenutario se lo può permettere, può essere che la flessione dialettale sia probante di [continua]
Articoli di Paolo Morelli
Qualche giorno fa su un aereo, una hostess che appariva volutamente sgraziata e poi ogni volta prontamente si scusava, ha avuto da un cinese anziano ed elegante una risposta che sembra un motto: Don’t be sorry, be careful! La mancanza di attenzione verso le cose che riguardano gli altri viene ritenuta, in segreto, da chi [continua]
La bella incertezza
Come ci sei arrivato, a capire quello che serve sul serio?, Nan Bo chiese a Nü Yü. Eh, l’ho capito, rispose quello, dal figlio di quella roba lì copiata con l’inchiostro, il quale a sua volta l’aveva imparato dal nipote di quella roba lì letta a voce alta, che l’aveva appreso dagli occhi bene aperti, [continua]
Poeta
Non ci si crede, ma c’è gente che ha molto viaggiato. Almeno loro a qualcosa servono. No a raccontare quello che hanno visto che ormai lo sanno tutti, ma perlomeno i guai che hanno passato, se gli resta la forza. Per esempio tempo fa ho incontrato uno che si presentava così: Salve, sono Amato, tre quarti [continua]
Sul gusto nazionale
Stavo proprio pensando che un perseguitato che non ha la gentilezza di farlo dimenticare che è perseguitato allora se lo merita di essere perseguitato, almeno un po’, quando è risuccesso. Chissà come mai, ma ogni volta, proprio ogni volta che tiro fuori di tasca il mio caro e venerabile pacchetto di nazionali senza filtro, ogni [continua]
Ritorti e Sarchioni
Ritorti e Sarchioni sono famosi, nel rione dove vivo, quasi una leggenda. Il loro è un copione che possiede variazioni, improvvisazioni diciamo, dovute al tempo e alle stagioni, ma in fondo è sempre uguale. Spesso, non sempre, finisce che si accapigliano, e allora qualcuno li va a dividere. Anche a me è successo di alzarmi [continua]
Diamoci un taglio
Leopardi cinese
Quando ero giovane, per un’estate ho frequentato un mercato sul lago di Garda. Con il nostro banco di chincaglierie ci spostavamo giorno dopo giorno nei paesi del circondario. Se me lo ricordo come un periodo meraviglioso è perché il posto che ci era stato assegnato era proprio di fronte a un venditore di fazzoletti, un [continua]
All’improvviso, di notte, da soli davanti a un caminetto in piena attività, sembra proprio che il fuoco parli, e a noi di capire quello che dice. Tra ubriachi spesso ci si capisce anche senza parlare la stessa lingua. Si trattava di un fuoco ciarliero e polemico un po’ a vanvera, come sono a volte i [continua]
I cavalli di Provenza
La Provenza, in epoca medievale, era infestata da un numero imprecisabile di trovatori, che passavano il tempo a cantare arie talmente appassionate da causare alla gente frequenti crisi di nervi. Era un’epoca strana, anche perché i venti suonavano e i cavalli parlavano: come questi tre, impegnati in una discussione mentre trotterellano sotto un cielo basso [continua]