Articoli di Simona Carretta
Per lo sguardo che rivolge al rapporto dei personaggi con la loro età, il romanzo di Inglese squarcia un velo. Nella maggioranza dei casi, avanziamo nella più assoluta incoscienza dell’osservatorio temporale, di giorno in giorno diverso, da cui ci affacciamo sulla vita. Ciò è sempre vero, ma a maggior ragione nel regno della «giovinezza permanente» a cui condanna un mercato del lavoro influenzato da un capitalismo sempre più spietato e di cui il sistema artistico contemporaneo, ossessionato dalla ricerca spasmodica della “novità”, costituisce una metafora evidente.
Simona Carretta dialoga con Belinda Cannone, romanziera e saggista francese, docente di Letterature Comparate all’Università di Caen. Cannone collabora con la rivista «L’Atelier du roman». Dei suoi molti libri pubblicati in Francia e vincitori, in alcuni casi, di prestigiosi premi letterari, il saggio Il sentimento di impostura è stato tradotto in italiano da Giovanni Lombardo per le Edizioni di passaggio (Palermo, 2011).
Quello della critica letteraria ad opera dei romanzieri è forse uno dei rami più rigogliosi del grande albero rappresentato dall’arte del saggio. Se, da un lato, l’affinità tra il romanzo e il saggio è assicurata dalla comune attitudine anti-sistematica, dall’altro, spesso, sono proprio i romanzieri a rivelarsi i migliori saggisti di romanzo. In quest’ottica, la rivista francese «L’atelier du roman», a partire dagli anni Novanta, ha dedicato quattro numeri al tema «La critica ha bisogno di romanzieri?», l’ultimo dei quali è stato pubblicato nel settembre 2015. Per l’occasione, è stato chiesto ad un gruppo di otto scrittori e critici letterari di scrivere un articolo su un’opera saggistica composta da un romanziere, scelta sulla base di un sorteggio. A me è toccato Per Sganarello (Pour Sganarelle) di Romain Gary, un’occasione per riflettere sul romanzo e sulla pratica del saggio come arte. Qui la versione in italiano del mio saggio già pubblicato in francese su «L’atelier du roman». [S. C.]
Questo saggio di Simona Carretta è stato precedentemente pubblicato sul numero 80 della rivista francese «L’atelier du roman» (Flammarion, dicembre 2014), che ha dedicato un dossier alla romanziera Anna Maria Ortese, «Anna Maria Ortese. Place aux Sudistes», con contributi di scrittori e critici italiani e francesi. Il testo di Carretta, dedicato in particolare al Cardillo addolorato (romanzo pubblicato da Adelphi nel 1993 e in Francia vincitore nel 1998 del Prix du Meilleur livre étranger), è qui proposto per la prima volta in italiano e con alcune lievi modifiche rispetto all’originale.
Mi piace andare al cinema. Quando ho un po’ di tempo, cerco sempre di recarmi a vedere i film appena usciti, verso i quali nutro aspettative o semplici curiosità, in quel luogo che è uno degli ultimi rimasti ad essere deputati alla fruizione dell’arte: al buio, gli inghippi della vita quotidiana restano fuori e si [continua]
“… e tu gli ornavi del tuo riso i canti…” Ugo Foscolo A distinguere la poesia e la prosa sono anche le diverse attitudini emotive che esse richiedono: se i versi poetici, in special modo quelli lirici, possono trarre linfa anche da un’inclinazione malinconica, la prosa, per apparire organica e coerente, dev’essere senz’altro figlia del [continua]
Ouverture
Basta dare un’occhiata ai titoli riportati in cima alle top-ten dei libri più venduti per rendersi conto di quale sia l’accezione dominante a cui sembra essere ridotta, ormai, l’arte del saggio. Come un grande calderone, la sezione delle classifiche dedicata alla saggistica assembla opere di ogni tipo: per la maggior parte resoconti giornalistici (quando non [continua]
A poche ore dalla scomparsa di Steve Jobs, fondatore dall’azienda informatica Apple, i navigatori del web – come sempre, i più rapidi testimoni dell’opinione pubblica – si distinguono tra commossi e indifferenti; tra coloro che rimpiangono, nella morte del celebre informatico, la scomparsa di un exemplum positivo, quello dell’uomo nuovo giunto a realizzarsi nonostante le [continua]
Non esiste maggior vivaio di pettegolezzi dell’ambiente aristocratico dei Guermantes. Il duca Basin, sua moglie, la duchessa Oriane, e gli altri animatori del Faubourg Saint-Germain, quartiere generale della mondanità parigina, non perdono occasione di prendersi gioco di amici e conoscenti, consci del loro prestigio sociale, a cui sembrano associare, come basando tale corrispondenza su una [continua]