Maertens era un uomo enorme. Alto più di uno e novanta, per un peso superiore ai cento chili, abitava alla periferia di Sile. Da quando era morta la moglie, non riusciva più a entrare in casa. A fine giornata scendeva dalla corriera che lo riportava nel quartiere e si sedeva sulla breve rampa che saliva [continua]
Articoli di Walter Nardon
1. Aveva trascorso la sua giovinezza nei cantieri edili. Per quindici anni, dall’alto delle impalcature, aveva visto crescere le periferie di molte città del nord. Lo sforzo del costruire, l’ossessione delle forme edilizie aveva consumato per intero un fenomeno cui si era trovato a contribuire, una sorta di sradicamento, tanto invocato, quanto poi sofferto, perché [continua]
I protagonisti degli undici racconti di questo libro cercano di andare avanti con fiducia in un mondo che si è fatto quasi indecifrabile. Li seguiamo nei loro incontri e nelle loro avventure, cogliendoli talvolta in un momento di esitazione davanti all’esigenza di una disciplina interiore, di fronte a un ricordo, a un’intuizione improvvisa.
1. Tutto si era ridotto di misura. Aveva visto suo figlio uscire dal cortile con la macchina: un lungo giro, il rumore delle ruote sulla ghiaia. Sua moglie era partita in mattinata per andare a trovare una zia, ospite in casa di riposo. Così era rimasto un po’ a guardare. Tutte quelle cerimonie erano [continua]
Anni di studio
I. Si era appostato nel sottoscala. Anche se ormai capitava di rado che una donna uscisse di casa per andare alla fontana, due di loro venivano ancora ad attingere l’acqua per i fiori. Così, il lunedì pomeriggio si metteva ad osservarle. Se lo era imposto quasi controvoglia. Di schiena, con il secchio in mano, parlavano [continua]
I. Nella prima delle quattro parti che compongono Vertigini di Winfried Georg Sebald, Henry Beyle, a cinquantatre anni, rievoca l’impresa del passaggio del Gran San Bernardo, cui aveva partecipato diciassettenne a seguito delle truppe napoleoniche. Si tratta di una lunga riflessione sulle incertezze della memoria. Nel ricordo di quella fatica, fra tanti episodi, le immagini [continua]
1. Arrivare oltre la galleria era diventato molto difficile. Usciva di casa quasi all’alba, in modo da percorrere le vie centrali ancora deserte, trovare un parcheggio e incamminarsi verso l’ufficio postale, prima che l’impiegato prendesse servizio. Era affaticato, stanco di una stanchezza senza peso, che non aveva nulla a che vedere con il lavoro. Le [continua]
I. Un racconto di Kafka, Il villaggio vicino, reca in sé alcuni elementi distintivi del mondo dello scrittore praghese e, con essi, un quadro dei limiti delle azioni umane in quel particolare contesto. Lo si può citare per intero: “Mio nonno soleva dire: “La vita è incredibilmente breve. Oggi, nel ricordo, mi si accorcia a [continua]