Articoli di Danilo Laccetti

I cadaveri bisogna gettarli via più dello sterco ERACLITO   Una volta, sì, solo una volta però, vagheggiavo, eccome, la psiuché, l’anima, no, anzi che dico, sempre e solo l’animus, sì, l’animo, tutto mente e cervello, fra me e me rammemoravo l’inarrivabile splendore dell’ingegno umano, le sinapsi infasciate dentro il cerèbro, le meningi, i gangli [continua]

Quel silenzio, davvero prodigioso. Il silenzio, più di tutto il silenzio. Ogni movimento veniva da lontano, appena un fruscio, carezza di cotone su una guancia; grazia che manca di voce. Drappi minuscoli, sfiniti, laggiù le vele, lentissime, le diresti immobili; solchi invisibili nella radura del mare, lui che solo annulla i confini, fa di molti [continua]

Indaco

di in: Bazar

Ci sono costruzioni, chissà perché, a lungo sbiadite nel ricordo, un qualche lungomare, Marsiglia credo, vecchio ospedaletto di miserabili, cortile e chiostro, una banchina, enormi spire di corde, una nebbia di sogni nell’orgoglio e nell’impotenza presto consumati, quando allora, sì, un destino di infaticabili fulmini e straordinarie marce, sentiero limpido di glorie diciottenni, e poi [continua]

Tadmor

di in: Bazar

Per guardare come ti offri al tramonto, fiore del deserto, ho corso e molto, mi sono precipitato oltre l’ingresso alle rovine per arrivare in tempo, pieno d’affanno, di ansia sovrana, il thé ho scansato che un beduino all’ombra del tempietto d’Adriano m’offriva, in cambio del mercimonio delle sue carabattole sparse tra le zampe di un [continua]