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Mezze misure

«Mi chiedevo se tutta quella fortuna l’avrei mai inserita nel mio cosiddetto curriculum, come si usa fare oggi, che tutto finisce nel curriculum, fesseria delle fesserie: fare le cose anche perché “fanno curriculum”– ma cos’è questa obbedienza al “curriculum”? E fino a che età, poi? Fino a quando uno deve dipendere dal proprio “curriculum”? Trentacinque anni non sono forse un’età già troppo avanzata per avere un “curriculum”? A trentacinque anni uno non dovrebbe essersi fatto una vita anziché trascinarsi dietro al proprio “curriculum”?»


Mezze misure, ovvero prose a metà fra il diarismo on line e qualcosa di più articolato e complesso, in cui prevale ora l’autofiction, ora la critica dell’attualità o, più spesso, la riflessione semiseria: è questa la forma ibrida, attenta alla mutazione delle nostre abitudini di lettura, scelta da Stefano Zangrando per questo «resoconto variegato di un percorso decennale fra sfera pubblica e privata, fra pannolini e demi-monde», come scrive nella prefazione il fantomatico Ario Lanzi: «un libro come questo non si legge per immergersi in una storia immaginaria, ma per conoscere un’anima reale».


Stefano Zangrando è nato a Bolzano nel 1973. Ha studiato e vissuto fra Trento, Berlino e Rovereto, dove oggi risiede e lavora come insegnante e traduttore. Dottore di ricerca in letterature comparate, coordina con Massimo Rizzante e Walter Nardon il Seminario Internazionale sul Romanzo presso l’Università di Trento. Ha collaborato per alcuni anni con Alias e pubblicato numerosi saggi e contributi critici in volume. Suoi testi di vario genere sono apparsi in rete sui maggiori blog letterari italiani. Fra le sue pubblicazioni narrative, Il libro di Egon (2005) e Quando si vive (2009).

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