Il ritrattista può essere sedotto (ed esercitarsi di conseguenza) oltre che dalle persone, da luoghi e oggetti, perché ogni spettro ha il proprio spazio elettivo. Ed il primo non è il tavolino del medium ma la pagina bianca.

Accompagnato dalle parole del segretario, osservo la parte alta della foto, dominata dal grugno di Casanova visibile sotto la struttura a gabbia della museruola. L’occhio del porco è chiuso, la sua guancia distesa. Dalla superficie liscia del grifo, esente da difetti quali potrebbero essere gonfiori o incavature, emana un senso diffuso di forza quieta che si raddensa nel listello della museruola su cui è appollaiato un martin pescatore.

È uscito da poco in Italia il saggio di Lakis Proguidis I misteri del romanzo. Da Kundera a Rabelais (Mimesis, 2021), a cura e nella traduzione dal francese di Simona Carretta. Questo volume, che avvia una trilogia in progress dedicata a François Rabelais, esplora la categoria estetica del “riso romanzesco” ricorrendo agli strumenti del saggio letterario. Ne proponiamo un estratto dalla prima parte, La parola.

Credo che sia consentito allo spettatore/lettore, specie quando di età acerba, trovare nelle vicende partigiane, come in quelle di altri teatri di guerriglia, un tanto di avventura, che del resto è stato confessato, quale molla fondamentale della propria scelta, anche da molti giovani volontari.

“Conosci la geologia della Transilvania?” Chiede Miloš a S. in una specie di estasi demente, lei ancora quasi una bambina, tutti e due anzi a dir la verità ancora giovanissimi, il broncio di S. come un’ala di farfalla ancora accartocciata dalla metamorfosi; e dietro di loro, perfettamente inquadrata tra i due volti, la smorfia di un marinaio vampirizzato e il grido vittorioso e triste dei galli di Jakarta che cercano di inghiottire il sole grigio.

Medico. Commercialista. Ingegnere. Perfino storico dell’arte suonava bene. E io? Letterata…? Le serate con gli amici erano diventati momenti strani, in cui si parlava di cose adulte, a tavola: ambizioni, curriculum spediti, titoli di studio da portare con orgoglio agli incontri di lavoro.

Penultimi

di in: De libris

Una recensione di “Penultimi” di Francesco Forlani, edito da Miraggi edizioni (2019), con traduzione francese a fronte di Christian Abel e nota critica di Biagio Cepollaro.

La Musa

di in: Bazar

Mentre andavo così con un piede via via più veloce e svagato per una di quelle strade di bellezza difficile ho sentito qualcuno lamentarsi. Un po’ per intuito un po’ seguendo l’immaginazione, sono andato verso i cassonetti dell’immondizia. Ho pensato a un neonato di quelli lasciati a gelare o marcire nell’umido o nel secco. Era un’idea stupida, il lamento (femminile) era disperato, sì, ma di adulto.

Non compaiono mai persone nelle fotografie di Simone Nieweg: ma sempre ben percepibile è in esse la presenza dell’opera umana. Nieweg fotografa campi coltivati, giardini e orti di comunità, ortaggi, alberete preferendo molto spesso luoghi della sua regione natale, la Vestfalia, terra di grandi pianure costellate di città a forte vocazione industriale; ecco, allora, che [continua]

Un tempo il proletariato aveva la prole, il vivente del XXI secolo, almeno nel mondo Occidentale, ne fa a meno; non ha che il suo corpo e, benché questo corpo sia spesso sterile, egli desidera mantenerlo in vita. Un corpo chiede cibo, acqua, un tetto, medicine; ora chiede anche un vaccino.

Nessun esercito in Italia, Cn. Pompeo in terre lontane conduceva guerra; per una sua candidatura al consolato grande speranza, il senato senza alcuna preoccupazione: tutto tranquillo, tutelato, ma quella la vera opportunità per Catilina.

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