“Il diritto lo so a che cosa serve, serve a tenere a bada il rovescio”. La voce narrante di Poche parole che non ricordo più sta parlando proprio del diritto con la D maiuscola, e con un aforisma di quindici parole sintetizza così il rapporto tra la Legge e il suo lato nascosto, l’infrazione che [continua]
S’intitola Il geografo e il viaggiatore. Lettere, dialoghi, saggi e una nota azzurra sull’opera di Italo Calvino e di Gianni Celati (Effigie, 2017) l’ultimo libro di Massimo Rizzante, poeta, saggista, traduttore e docente di Letterature comparate all’Università di Trento. Lo stesso Rizzante l’ha definito un libro su un’amicizia, quella tra Calvino e Celati, ma anche sull’amicizia come forma, forse l’ultima, in grado di renderci meno scontenti e più in dialogo con il mondo, ovvero meno sentimentali e più sensibili.
Aveva sempre considerato una colpa imperdonabile essere uscito per la prima volta dalla città a quattordici anni. Quattordici anni e tre mesi, a dirla tutta, mentre la media dei suoi coetanei a quell’età aveva già esplorato l’intera gamma di attrazioni dei cinque stronzissimi luna park della provincia. Sei mesi dopo non aveva ancora finito di [continua]
Uno crede di inventare chissà che, e i lettori lo assecondano pure in questa presunzione, gli danno del visionario, dell’affabulatore, poi, ecco, basta uscire di casa, girare un po’, e si scopre che le proprie invenzioni sono sempre modeste, pallide, e che la realtà ne escogita sempre di più folli. Presentando “Le pietre” in giro [continua]
Mentre scrivo questo breve ricordo di Mario Marti, ho fra le mani il suo “Leopardino” del 1944, il volumetto uscito nella prestigiosa “Biblioteca del Leonardo” dell’Editore Sansoni, quando il suo autore era ancora impegnato sul fronte di guerra. Il libro sulla formazione del giovane Leopardi, che è una rielaborazione della tesi di laurea alla Normale [continua]
a Luigi Grazioli “Sarahs, Sarahs, come carta che fruscia… si chiamava così…”. *** E sempre insieme entriamo, passando per un ingresso privato, in un negozio di giocattoli e souvenir. È un ingresso cosiddetto notturno, risalente secondo il padrone del negozio al medioevo ma in realtà di epoca assai più tarda (ma non [continua]
Dalle nostre parti agli inizi di gennaio può succedere di tutto: può soffiare da sud-est, dalla Siria, dai deserti dell’Egitto e della Libia, lo scirocco con nubi nere e veloci che trascorrono nel cielo e riversano il loro carico solo quando il vento si placa, oppure può nevicare se dalla Russia e dal Baltico, attraverso [continua]
ENRICO PALANDRI, Boccalone. Storia vera piena di bugie Bompiani editore, 2017 – Collana: Tascabili narrativa Per Bompiani, con una foto di copertina d’Enrico Scuro, torna in libreria il debutto di Enrico Palandri, Boccalone, trentotto anni dopo la prima edizione per L’Erba Voglio, la creatura editoriale di Elvio Fachinelli. Ambientato a Bologna, negli anni del movimento, [continua]
Per liberarmi di te, con te torno a parlare ancora per quella che confido essere l’ultima volta. Se sin dal nostro primo incontro ti ho fraintesa, e poi più volte mancata, tu lo sai, fu l’ambizione, da giovani (magari anche dopo; non più a queste mie latitudini, spero, non più con quelle cecità); prospettive sovrapposte, [continua]
Inseguire il tema dell’ustione per scaldarmi e bruciarmi al magistero di chi sa additare una via alla parola; mi affido così a René Char poeta-fabbro, poeta-maniscalco, poeta dal grembiule di cuoio – ed ecco la scintilla esplosa fuori dalle braci che brucia e incenerisce quel cuoio. Siamo nelle Vicinanze di Van Gogh, ove appunto “una [continua]
La presunzione
Alla mantagnata, arretu alla mureddha, nu zangone stia vicunu a na cicureddha. Stise lu zangone pe longu na fujazza pe na dichiarazione ca vulia li fazza. “Me voi?”, li disse, “tie mi piaci tantu, su nu zangone bonu, … mai pe vantu”. “Camina” respuse superba la cicureddha, “iu nu su pe tie, iu su troppu [continua]
Dopo l’esordio nel 1997 col romanzo Dei bambini non si sa niente (Einaudi), tradotto in diverse lingue e oggetto di molte discussioni per il contenuto scabroso, un crudele e tragico gioco sessuale tra due bambine e tre adolescenti, Simona Vinci ha dimostrato di essere una scrittrice dall’immaginario potentemente visionario e dalla lingua fortemente espressiva, un’autrice autentica e sincera, capace di mettersi in gioco fino in fondo, come dimostra l’ultimo libro, Parla, mia paura, pubblicato a settembre da Einaudi e in cui racconta le sue crisi di panico, la depressione che l’ha spinta a tentare il suicidio e finalmente la guarigione grazie alla psicanalisi.
Con una immagine di mare da una finestra [che non può non ricordare la raccolta di esordio del poeta coetaneo Massimo Gezzi, Il mare a destra] si chiude la raccolta di esordio di Andrea Bajani (Roma, 1975), che conoscevamo fino ad ora come autore di narrativa di grande pregio, ma anche reporter, e anche traduttore, [continua]
Mari critico
“Colpa di uno scrittore che non ho mai sopportato… Bukowski sta penna… quando uno ne parla bene diffido… tre antipatie americane ci ho, molto ben sviluppate… Fitzgerald, il cazzone… Salinger, l’idolo dei poveretti… e Bukowski!”. Seguire questa dichiarazione, tratta dal romanzo di Michele Mari Le Rondini sul filo, porterebbe al facile gioco di parole, rispetto [continua]
Daddy Love
Il mondo mi è caduto una mattina. Percorrevo i marciapiedi diretto al lavoro, ma non ho raggiunto nemmeno la fermata dell’autobus. Nei meandri bui oltre i miei timpani qualcosa si dev’essere spostato. Muscoletti e ossicini si accavallano, membrane e cartilagini aderiscono. Prima sento come ovatta nei condotti uditivi, poi un torpore tra tempie e mandibole [continua]