Così come l’uomo non resta mai lo stesso uomo, e un uomo dei tempi andati non è uguale all’uomo che siamo noi adesso, allo stesso modo anche l’anima che abbiamo dentro non è stata sempre uguale, e le anime dei tempi di Omero avevano una vita diversa, erano diverse esse stesse, erano quasi impaurite di [continua]

(Ispirato a Yves Klein), il giornale da un solo giorno dà notizie che vengono viste da fuori della linearità temporale e continuità spaziale che i giornali ci fanno credere che esistano. Le osservazioni riportate qui invece sono viste da un essere escluso, ma ‘emancipato’, o ‘inemancipabile’, cioè femminile, quindi storicamente debole e percettivamente lontano.  Ha [continua]

Per forza di cose, nella vita, si fa sempre qualcosa per la prima volta, come respirare, camminare, bere il latte o un bicchiere di vino, cadere, andare in bici, guidare, baciare, scrivere una lettera o redigere un testamento. E per il corso naturale degli eventi, poi, queste prime volte vengono dimenticate perché troppo lontane dall’età [continua]

Bianciardi e Mastronardi: vendesi. No agenzie. Sembra uno strano scherzo del destino quello che accomuna Luciano Bianciardi e Lucio Mastronardi nello stradario di Milano. Sradicati, poco compresi e un po’ emarginati nella loro vita di uomini e scrittori, adesso lo sono anche in quella di titolari di strade nella città che li ha ospitati per [continua]

Perché mettere nel muso di un mammifero o nel becco di un uccello un pensiero umano? e perché fare di una zampa, di un’ala o di una pinna l’alter ego di un piede o di una mano? idee, fiabe, aneddoti e favole in forma di animale mi si raccolgono attorno come a un falò tribale [continua]

Qualche giorno fa su un aereo, una hostess che appariva volutamente sgraziata e poi ogni volta prontamente si scusava, ha avuto da un cinese anziano ed elegante una risposta che sembra un motto: Don’t be sorry, be careful! La mancanza di attenzione verso le cose che riguardano gli altri viene ritenuta, in segreto, da chi [continua]

Dopo giorni, alla fine della valle, scendiamo per una stretta gola nella piana, il viaggio è finito. Una sosta nel piccolo palmeto che sorge intorno a un pozzo. C’è un orto coltivato a menta, la scacchiera dell’orto in quel paesaggio di un’unica gamma di colori appare di un verde smagliante. La bellezza del luogo è data dalla uniformità: sabbia chiara, rocce, acacie dalle chiome piatte e spinose, e le tende ogivali di stuoie che hanno lo stesso colore e la stessa materia del paesaggio. Prendiamo la menta fresca e profumata da aggiungere al tè per la festa che accoglierà il ritorno della carovana. Al tramonto vengono portati legni e rami, il falò nello spazio al centro delle tende deve essere molto grande, la festa durerà infatti tutta la notte.

Basta dare un’occhiata ai titoli riportati in cima alle top-ten dei libri più venduti per rendersi conto di quale sia l’accezione dominante a cui sembra essere ridotta, ormai, l’arte del saggio. Come un grande calderone, la sezione delle classifiche dedicata alla saggistica assembla opere di ogni tipo: per la maggior parte resoconti giornalistici (quando non [continua]

Parlo di Boezio che oggi non c’è più e che io ricordo in una mattina di aprile del novantotto. Faceva caldo e c’era molta gente in attesa davanti all’ufficio postale. Quello di Bornate, che è piccolo e ci stanno sedute solo tre persone alla volta. Io non lo conobbi e lui non mi conobbe. Nel [continua]

Ossatura (v. osso, linea): È la linea nella superficie – e tu sei il punto. Sei fuori della linea, che è il  tuo oriente. Hai bisogno della linea, ossatura della realtà – tua parabola e tuo destino, divenire – perché la superficie abbia senso. Abitare una superficie è fare la linea. Non si fa mai [continua]

Sono salita sul treno con mio padre e mia madre. Ma ho pagato un biglietto solo perché loro sono morti e i morti non pagano. Per loro stare dovunque è gratis, perché non consumano. Infatti non parlano e non occupano spazio, cioè occupano tutto lo spazio. Il treno ad alta velocità accorcia le distanze, anche [continua]

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