Ti ricordo, Maestro, nel crepuscolo dei miei giorni ancora colmi di libri, d’amore ardenti, come m’insegnasti che dev’essere ordita tramatura di vita, d’intelletto, di sapienza. Cavalco l’ippogrifo alato della mia anca sciancata che mi fa deforme nel corpo brutto, storpio – ma immenso era, è il richiamo degli spalti arditi degli universi, dei mondi: specchianti [continua]
Se avessi partecipato agli incontri di Spazzavento, avrei parlato della lettura integrale del romanzo Cecità di Josè Saramago, che ho avviato quest’anno nella classe quarta del Liceo dove insegno, perché è l’occasione migliore che ho trovato per mantenere vivo il rapporto con la letteratura, per continuare ad avvertirne le possibilità. Il tema della “cecità” sarà [continua]
Pensierini
C’erano stati gli esami di seconda elementare, la maestra di Dolcedo aveva dettato duepunti: pensierini duepunti: nominate la frutta che conoscete, e dopo un bel po’ era passata tra i banchi e aveva chiesto a Marino come mai non aveva scritto ancora niente. Il bambino aveva gonfiato le guance, gli occhi bassi. Allora la maestra [continua]
Giù a far benzina
Io non so descrivere la tristezza ma una volta ho pianto mentre facevo benzina. Erano circa le sette di sera di un giorno di fine aprile. Il cielo quasi completamente oscurato; stava per piovere e tirava un vento per niente amico. Ho iniziato a piangere quando avevo messo sì e no cinque litri di gasolio. [continua]
La bella incertezza
Come ci sei arrivato, a capire quello che serve sul serio?, Nan Bo chiese a Nü Yü. Eh, l’ho capito, rispose quello, dal figlio di quella roba lì copiata con l’inchiostro, il quale a sua volta l’aveva imparato dal nipote di quella roba lì letta a voce alta, che l’aveva appreso dagli occhi bene aperti, [continua]
Abitavamo allora vicino alle antiche mura romane. C’erano palazzi costruiti in serie dopo la guerra, alti dieci piani, di un colore tra il giallo e l’arancio, squadrati, con le terrazze sopra e le facciate scandite dalle persiane verdi che furono il soggetto di tutto un mio periodo di disegni, intorno ai sette anni. Sui fogli [continua]
Lingue fioriscono affascinano inselvano e tradiscono in mille aghi di mutismi e sordità sprofondano e aguzzano in tanti e tantissimi idioti Lingue tra i cui baratri invano si crede passare – fioriti, fioriti, in altissimi sapori e odori, ma sono idiozia Idioma, non altro, è ciò che mi attraversa in persecuzioni e aneliti h j [continua]
A poche ore dalla scomparsa di Steve Jobs, fondatore dall’azienda informatica Apple, i navigatori del web – come sempre, i più rapidi testimoni dell’opinione pubblica – si distinguono tra commossi e indifferenti; tra coloro che rimpiangono, nella morte del celebre informatico, la scomparsa di un exemplum positivo, quello dell’uomo nuovo giunto a realizzarsi nonostante le [continua]
Conosco bene una ragazza del Senegal. Viene da uno di questi villaggi sereni, scanditi da luce e ombra, suoni, voci, vento e sabbia rossa. Le donne con i bambini legati da sempre dietro la schiena e gli uomini chini da sempre sulle zolle aspre. Il fiume che corre poco lontano e le mangrovie che frugano [continua]
XVb Nei costumi del sesso il Signore si deve condurre in modo tale da non far periclitare lo Stato. Mai infatti deve presumere che gli atti suoi restino contenuti nella camera da letto, perché, per lo contrario, sono portati ai quattro angoli del globo dalla voce dei vicini prima e poi da quella del volgo. [continua]
Era tutto un sogno
“Era tutto un sogno”. Quante storie d’ogni genere si concludono con questa frase? Oppure con un fatto, un’acquisita consapevolezza da parte del protagonista che fa comprendere allo spettatore che tutto ciò che ha ascoltato era solo un mero volo onirico? “Era tutto un sogno”. Lascia l’amaro in bocca a chi ha ascoltato la storia fino [continua]
“Edith lo ama. Ma ci ritorneremo su”. È il sorprendente inizio del romanzo “Il brigante” di Robert Walser (1878-1956), che inspiegabilmente non è ancora stato tradotto in Italia (ma forse Adelphi, che ha pubblicato molte sue opere, colmerà presto la lacuna). Siccome non so il tedesco, mi sono procurato “Il brigante”, o meglio “Der rauber”, [continua]