[…] Il parlare d’altro è molto interessante, forse di molto più interessante di quanto non sia il parlare di qualche cosa che ci si propone. Perché succede di parlare d’altro? Se io incomincio a parlare o a scrivere di un qualsiasi argomento, io credo di avere in testa un argomento. Questa è sempre una delle [continua]

Appena sveglio mio figlio mi dice che c’è il sole come se fosse un miraggio. Ho la faccia gonfia per un dente infiammato. Ho i bronchi pieni di muco e la testa piena di cattivi pensieri. Dopo molti giorni davanti al computer ho voglia di andare all’aperto a prendere aria. Vado ad Andretta, il paese [continua]

Quel tiro di Osvaldo Prandi fu un brutto colpo, per il signor Ricci. Girava torvo e curvo adesso, come Gino non si ricordava d’averlo mai visto e con lui conciato così tutto il magazzino stillava stanchezza. Ma una mattina il signor Ricci si risvegliò di colpo. Quando furono le dieci e Marzio ancora non era [continua]

Ogni lettura, ogni atto linguistico è in fondo una forma di inatteso e subitaneo esilio. (O forse tutto ciò che vive è in esilio: in esilio da sé innanzitutto e dal proprio luogo. Vivere significa sempre essere fuori luogo). Si è improvvisamente gettati in un mondo ed in un’esistenza diversa da quella che ritenevamo essere la nostra. Comprendere in questi casi serve a poco; così come del tutto inutile è riuscire a capire di quale luogo si tratti.

Imperfetto /1

di in: Bazar

Un tale Kariboni, critico cinematografico molto impegnato e lui stesso autore di alcuni cortometraggi o per meglio dire corti, entrava un giorno d’inverno nello studio di un medico dietologo perché essendo leggermente in sovrappeso e risultando alcuni suoi valori ematici non nella norma aveva appunto bisogno di essere visitato da un medico dietologo. Il medico [continua]

Gino /30

di in: Gino

Il romanzo di Francesca Andreini, Gino, si era concluso con il capitolo 29, nella seconda serie di ZIBALDONI E ALTRE MERAVIGLIE, con la corsa del protagonista sognante per le strade di Siena. Ora, inaspettatamente, ma con nostro grande piacere, riprende. Da dove? Dal capitolo 30, naturalmente, al quale seguiranno altri otto episodi, che – l’autrice [continua]

All’improvviso, di notte, da soli davanti a un caminetto in piena attività, sembra proprio che il fuoco parli, e a noi di capire quello che dice. Tra ubriachi spesso ci si capisce anche senza parlare la stessa lingua. Si trattava di un fuoco ciarliero e polemico un po’ a vanvera, come sono a volte i [continua]

“Aristotele dà questa definizione: il movimento è l’atto di una potenza in quanto potenza – quindi non il passaggio all’atto, ma l’atto di una potenza come potenza. Poi dice anche: il movimento è un atto imperfetto – a-telès – che non si possiede nella sua fine, non ha un fine”.

Giorgio Messori è morto ieri mattina. Lo salutiamo pubblicando questo scritto che ci inviò tempo fa.     * Fin da subito andare nel Giura è stato innanzi tutto cercare i paesaggi di Gustave Courbet. Già a Mouthier erano apparse le rupi dipinte in un suo quadro, e proseguendo lungo la Loue verso Ornans, il [continua]

11. Tempo e spazio, un’analogia con i tappeti d’Oriente Nei poemi cavallereschi manca quel termine di riferimento che è il tempo lineare della Storia, fatto di frazioni uniformi con cui misuriamo tutto in secoli, anni, mesi. Dunque non ci sarà la formula: “Nel tal giorno, o mese, Orlando arrivò nel luogo x”; bensì: “Orlando (di [continua]

I. Un racconto di Kafka, Il villaggio vicino, reca in sé alcuni elementi distintivi del mondo dello scrittore praghese e, con essi, un quadro dei limiti delle azioni umane in quel particolare contesto. Lo si può citare per intero: “Mio nonno soleva dire: “La vita è incredibilmente breve. Oggi, nel ricordo, mi si accorcia a [continua]

La sua relazione non dovrebbe intitolarsi Dada, ma Dudu [Tu, tu]” F. Kafka La chiamano TV ma il vero nome è un altro, più subdolo, più scaltro, il vero nome è TU. Tu credi di guardarla, ma è lei a fissarti, e intanto si realizza l’incanto, ti sorride, ti parla, ti dà del tu, ti [continua]

XI. Un discepolo infame C’era un medico molto rinomato, di nome Giordano, che aveva un discepolo. Un giorno veniva convocato al capezzale di un fanciullo molto ammalato, e il discepolo, per acquistar pregio ai danni del maestro, andava dicendo al padre del fanciullo che suo figlio sarebbe certamente morto. Poi faceva aprire la bocca al [continua]

… ma seguitiamo Angelica che fugge. Fugge tra selve spaventose e oscure…” Ariosto, Orlando Furioso, I, 32-33 1. Eroi che girano a vuoto All’inizio del poema ariostesco, Angelica che fugge nella selva ci trascina subito in un mondo dove tutti agiscono in stati di incantamento o di fissazione prodotti dal gioco della sorte. La bella [continua]

Il sole tramonta trascinandosi dietro le piroghe, in fila sul mare indaco, verso la luce cadente. Awa guarda e aspetta l’ora favorevole per comprare il pesce, alla fine del giorno. A quell’ora puzza e ha l’occhio spento, allora costa meno. Mentre le piroghe scivolano al largo e anche il trambusto della città sembra silenzioso. Tacitato [continua]

Zibook - gli ebook di Zibaldoni