Dall’alba fino a Siena Le dita rosa dell’alba spingevano in su il buio. Striscia luminosissima e strinta, poi sempre più larga e chiara. Si piegava veloce e spandeva in arco nitido. Finché, dietro una collina bassa, il sole sbucò improvviso sulla campagna. Gino sorrise. Da ore al buio, sbarrando l’anima in attesa della luce, cominciava [continua]
E dico la fine
I hide myself within my flower, That fading from your Vase You, unsuspecting, feel for me – Almost a loneliness” Emily Dickinson Ti volti mi guardi e non vedi nessuno. Non si muore di niente, ma sempre in qualcuno. * ‘Ma ora resteremo buoni amici, vero?’, disse rientrando nelle sue mutande. Furfante. * [continua]
Il 25 aprile
Il giorno che ho conosciuto la Katia Buraschi doveva esserci la solita sfilata coi gonfaloni comunali, i drappi delle medaglie d’oro alla resistenza, i vecchi dell’ANPI in prima fila e la banda che suona le canzoni partigiane come Bella ciao e Fischia il vento. Poteva essere una delle tante sfilate meste della memoria vagamente tristi [continua]
1. La leggenda della pazzia swiftiana Quando il reverendo dottor Jonathan Swift, decano nella cattedrale di San Patrizio a Dublino, completa la stesura dei Viaggi di Gulliver, ha ormai superato la cinquantina ed è in disgrazia politica. Vive in esilio e isolamento nella tristissima Irlanda di allora, per giunta afflitto da una labirintite cronica che [continua]
Poesie scritte a Londra
Doppio ritratto a Giuseppe Caccavale Il mio sguardo lucido è finito nella tua luna opaca dietro grate di una finestra di ottobre. Abbiamo parlato a lungo di tua madre che contava i soldi che ti contavano (pochi del resto se escludevi quelli che non ti davano da bere). Potevi prendere a calci una lattina all’epoca [continua]
Il lupo di Dossena
Accadde un sabato pomeriggio di alcuni anni fa, alle ore 16.30. Già il piccolo paese di Dossena era avvolto nelle prime tenebre della sera, il ghiaccio lo stringeva nella sua morsa, e tutti i camini fumavano, quando all’improvviso, negli interni riscaldati delle case, alcuni abitanti udirono un ululato lungo e profondo, che per molto tempo, [continua]
Via Gino non voleva guardare. Ficcò la faccia sul petto senza seno della Sara e lì cercò di dimenticare, anche solo per un istante, che stava per morire. Gli si chiuse la strozza e le lacrime scivolarono giù a lavare via gli ultimi istanti, brillando i saluti alla luce tersa, all’aria gialla, al petto largo [continua]
Fa’ presto, Padre
Non mi fraintendete, vi prego. Questo che vi dico vuole evitare solo la semplificazione. Ed è probabile che semplificando complicatamente, a mia volta, l’alimenti. Si sa che a Tor Vergata la mattina dopo la “Giornata della Gioventù”, quelli che ripulirono i prati raccolsero, con i debiti attrezzi per la rimozione, centinaia e centinaia di preservativi. [continua]
Dal 10 al 12 marzo 2005 si è tenuto a Roma, presso l’Università “La Sapienza”, un Convegno di studi sul tema dell’esilio, della migrazione e del “dispatrio”, organizzato da Silvia Tatti e Franca Sinopoli in collaborazione con il Dipartimento di Letteratura italiana.
Riportiamo la relazione di Antonio Prete.
13 Indro Montanelli – Leo Longanesi L’aneddoto che Indro Montanelli racconta nel decennale (1967) della morte dell’amico editore Leo Longanesi costituisce una penetrante riflessione sul genere aneddotico, su come esso nasca e fiorisca come vitale reazione alla scomparsa di una persona cara. La testimonianza di Montanelli rievoca il giorno del funerale di Longanesi, precisamente il [continua]