Inizialmente il Giabba veniva per lo più usato in sedute spiritiche o da prestigiatori, ma pesavano sulla possibilità di un suo largo impiego le sue dimensioni abnormi. Nessuna fiera itinerante avrebbe mai accettato di dedicare un intero carrozzone al trasporto del solo Giabba, come se si trattasse di un gruppo di leoni.

È uscito da qualche settimana il numero 21 di “SUD”, la storica rivista “napoletana ed europea” diretta oggi da Francesco Forlani, ma fondata nel 1945 da Pasquale Prunas. Il tema di questo numero è il tempo. Un tempo “sospeso”, come da esperienza di lockdown e chiusure letterali e metaforiche, per cui molti interventi (traduzioni, poesie, narrazioni) ruotano intorno alla pandemia. Presentiamo su “Zibaldoni” due testi tratti da “SUD” numero 21: il primo, di Olivier Maillart (pubblicato il 25 settembre), propone una riflessione a partire da un racconto di Marcel Aymé; il secondo, che presentiamo qui, di Anna Smeragliuolo Perrotta, divaga sul verbo napoletanissimo “arrecrearsi”.

Pieretto disse a Gabriella: “Non capisco perché voi due non ci passiate l’inverno in questo chiosco. Mangereste radici. Trovereste la pace dei sensi. D’estate la campagna è disgustosa, è un’orgia sessuale di polpa e di succhi. Soltanto l’inverno è la stagione dell’anima”.

Per quanto abbia accumulato una vasta cultura da autodidatta, Twain non è mai diventato un letterato e ciò costituisce l’interesse e il divertimento di questo libro, perché il suo sguardo sulla realtà linguistica del tedesco nel corso dei ripetuti e vani tentativi di padroneggiarlo – come le sue avventure grammaticali, che gli suggeriscono subito proposte di riforma – resta appunto quello di un narratore e non quello di uno specialista.

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