A cura di <em>Leandro Cagnolati</em> [Leandro Cagnolati è stato concepito a Porto Marghera durante il fatidico autunno caldo del ’69. Ha compiuto gli studi classici a Venezia e intrapreso quelli filologici a Padova, abbandonandoli bruscamente in una grigia giornata d’inverno a Parigi, dalle parti di <em>rue des Rosiers</em>. Da molti anni vive e lavora come tipografo, falsario e scrivano nel centro storico di Città del Messico, a pochi passi dall’<em>Hostería de Santo Domingo</em>, la più antica del continente. Nel 2015 ha pubblicato, a proprie spese e in edizione non venale, <em>L’arte del concubinato a pagamento. Ricordanze di mio nonno</em>].
A cura di Leandro Cagnolati [Leandro Cagnolati è stato concepito a Porto Marghera durante il fatidico autunno caldo del ’69. Ha compiuto gli studi classici a Venezia e intrapreso quelli filologici a Padova, abbandonandoli bruscamente in una grigia giornata d’inverno a Parigi, dalle parti di rue des Rosiers. Da molti anni vive e lavora come tipografo, falsario e scrivano nel centro storico di Città del Messico, a pochi passi dall’Hostería de Santo Domingo, la più antica del continente. Nel 2015 ha pubblicato, a proprie spese e in edizione non venale, L’arte del concubinato a pagamento. Ricordanze di mio nonno].

Naufragi

Vorrei però richiamare la tua attenzione sui fastigi di una Repubblica delle Banane che è tutt’uno con il proprio esercito, civile e militare: tra una carezza e un bacio, i militi ignoti stanno disboscando mezza selva maya per far posto alle rotaie del treno a diesel che finalmente sterminerà – ed era ora! – i moscerini autoctoni, una piaga particolarmente invisa ai vacanzieri e agli oleodotti.

Dopo aver ammorbato, con il suo feuilleton pseudoazionista, le coscienze non troppo sveglie delle moltitudini di immarcescibili garofani stinti dal mito dell’Italietta liberal-socialista, il nostro barbuto narciso, una volta abdicato, ha cominciato a praticare l’arte del ventriloquio con i suoi pari.

Erano tempi di straordinari fermenti militari, e l’allora tenente Lagioia seppe approfittarne, bruciando le tappe di una carriera nel Regio Esercito onusta di onorificenze e distinzioni, benché non scevra delle becere invidie dei suoi antichi commilitoni. Nel 2011 capì che finalmente era giunto il momento e, alla guida delle fedelissime truppe di ascari «tutto stupore e ferocia», mosse alla conquista dell’Urbe.

CACCIARI, MASSIMO… Meglio conosciuto come «Il Tombeur dell’Apocalisse». Il suo maggior vanto risiede nel fatto che ha potuto superare, sia a sinistra che a destra, le conquiste dello squisito e compianto Don Giovanni extraparlamentare Lucio Magri: non si contano più, infatti, le danarose e attempate carampane che lo vezzeggiano con mille premure, spettinandogli la formidabile chioma trattata, pare, con un anti-incanutente prodotto in un laboratorio segreto del San Raffaele.

CITATI, PIETRO… Seppur uomo di indomita integrità e sommelier dal fine boccato, cadde più di una volta nell’errore postmodernista di riciclare i suoi stessi testi scambiandoli per quelli di un altro. Fu perdonato.