Uomo di terra In mare gli oggetti si muovono e si nascondono, mai nulla di sicuro, io amo molto il mare, immenso e mutevole, ma ci frequentiamo poco, preferisco l’erba di un campo grande, almeno quella posso percorrerla con umiltà, non sono un grande nuotatore, non mi misuro con l’infinito, sono un povero, piccolo [continua]
Preferisco sparire. Colloqui con Robert Walser. 1954-1956
Passeggiata Gli psicotici sognano, Weiss? Te lo sei mai chiesto? Io sì, da quando sono a Herisau. Ricordo che, tre notti fa, mi sentivo in mare aperto, aggrappato a un’asse di legno. L’aria era tiepida. Nessuna nave all’orizzonte. Avevo le gambe gelate. Vidi avvicinarsi uno scafo, una scala di corda si sporse dalla fiancata. [continua]
Inafferrabile Già, con te non posso fare come con il mio editore (come si chiamava?) quando venne a trovarmi. Lui non mi conosceva e io lo ricevetti compunto, offrendogli una tazza di tè, spacciandomi per il servo di Walser. Poi feci un inchino e sparii nella stanza accanto. Per ritornare qualche minuto dopo, senza l’uniforme [continua]
Come te Tanti me lo dicevano (forse erano le mie voci): devi entrare in manicomio. Ma non erano le voci persecutorie che mi tuonavano dentro: “Lavora! Véstiti! Làvati! Spòsati!”. Queste non mi affliggevano affatto, erano persuasive e tenere, capivano tutto della mia vita di girovago e di copista, sapevano come fosse inconciliabile con la vita [continua]
Vedi, Weiss, ieri ho ricordato un mio antico racconto (forse troppo sentimentale), un uomo si apposta sempre nei luoghi da cui passa una donna, lascia che lei vada oltre, attende un minuto, poi la segue ritmando i passi sui suoi. Questo per cinque, sette secondi, un’eternità. E infine, con un breve saltello (che acrobata!), la supera, cammina svelto svelto per essere notato, anche solo di schiena, per un attimo.
“Ho nostalgia di quando copiavo inviti a cena e biglietti da visita di dottori, allora ero felice come un bambino, immaginavo che la mia scrittura producesse cibi deliziosi o curasse malati inguaribili: cose che la mia calligrafia certificava con arabescata precisione. Oggi non lo credo più. Oggi non so dove andrà il mondo, anche se qui a Herisau è facile prevederlo”.