Caro Enrico, mi soffermo brevemente (ma anche: seriamente, tragicamente, al limite dell’addio) sulle implicazioni che riguardano non tanto lo scrivere (il mio men che meno: leggo assaissimo, scrivo pochissimo), quanto l’altro o gli altri per cui si scrive, o meglio quel sentimento dell’altro in sé, lavorante e trasformativo, che lubrifica “a chiacchiere” il motore dell’oblio, [continua]
Bazar
1 siamo nei pressi di tricarico il paese di scotellaro. in cielo c’è un falco gli alberi sono tranquilli e distanti. il mezzogiorno di novembre ha il buio che sale già sui fianchi. la luce che resta è bevuta dalla vacche nei campi dalle argille dei calanchi. 2 era meglio non essere venuti che restare [continua]
La marchesa accomodata
Per preparare la marmellata di cotogne secondo la ricetta della bisnonna Cucù ci vuole: cotogno grattugiato, chilo uno zucchero etti 300/400 e poi si procede così: si sbolliscono i cotogni, non troppo cotti. Quando sono al punto giusto si mettono a raffreddare e si grattugiano, dopo grattugiati si passano nel crivello per venire più fini [continua]
Una furbata
“È tutto a posto signor Manzione, buon viaggio”. Gennaro sorrise e ringraziò. Il sole splendeva in quella giornata di settembre, uguale a tante altre giornate di settembre, nella grigia città dove viveva e lavorava, lavorava e viveva. “Le notizie non sono buone, Gennaro”. Questo aveva detto il dottore. Appena fuori dal portone era entrato in [continua]
Mortadella
A dieci faceva l’aiuto sacrestano a San Michele, lo sguardo svanito di un santo delle figurine, ma con il naso lungo, plebeo, che sembrava appiccato con lo sputo, così come sembravano incollati i capelli, le orecchie e l’anima. Si mangiava pure le parole, a ragione di una fame arretrata, non faceva mai mancare il carbone [continua]
Insomma non so ancora dire se amare Khiva oppure no, perché una certa rigidità funeraria ti entra comunque nelle ossa e nel cervello. E certo che se poi da Khiva si arriva a Bukhara sembra proprio di passare da un medio evo lugubre, barbarico, a un rinascimento dolce e luminoso, perché si rimane immediatamente colpiti [continua]
Quando ho fatto un concorso a Roma per insegnare all’estero, un concorso che per certi versi è stato perfino umiliante, almeno per quel che riguarda l’esame orale che è stato davvero ridicolo, agli occhi di un osservatore esterno, e per me appunto umiliante perché mi son trovato ad essere trattato come neanche mi era mai [continua]
Un uomo, dopo aver letto più e più volte un romanzo apparso postumo di un grande scrittore francese, si mise in testa che c’è verità solo nei fenomeni e da quel momento in poi osservò le cose del mondo per trovare una conferma della propria convinzione. Si mise insomma a studiare gli eventi che accadono, [continua]
Il desiderio
Tu che mi leggi, non t’è mai successo di stare davanti ai tuoi ricordi come davanti a un sogno che vorresti raccontare e non sai però quali sono le cose da dire e quelle da non dire, perché queste ultime forse appartengono non proprio al sogno com’era ma ai suoi contorni, o al pensiero del [continua]
Bevendo acqua
Dopo l’operazione mi han fatto passare dalla sala operatoria al room postoperatorio attraverso una specie di montacarichi. Il room postoperatorio tutti lo chiamano solo room ed è un posto tutto asettico con delle stanze da tre letti con i muri azzurrini e ci vanno quelli appena operati perché devono stare in situazione di massimo riposo [continua]
Lu ruttu de la vora
La cosa più bella che ti possa capitare dopo tre giorni di pioggia battente è svegliarti in un mattino di domenica, che sai di non dover andare a scuola e puoi uscire e andare dove ti pare. Giulia, appena le ho proposto di andare a visitare i laghetti che si erano formati nelle campagne qui [continua]
Il dottore si sveglia quando arrivano sul litorale. Trema, poi si drizza sul sedile: “Guarda, guarda!”. Indica degli uomini là sul molto vicino al frangiflutti, mentre i cavalloni si levano sopra di loro, alti e bianchi. Anche l’amico li vede. In distanza sembrano sfollati, forse disoccupati, forse solo sfaccendati girovaghi. Tutto lo sfondo del mare [continua]
Diario della fine
È possibile una serenità ancora più profonda che si regge sulla base di un dolore inestinguibile” Karl Jaspers, La morte (in La mia filosofia, Einaudi, Torino 1981 [1946], p. 199) La morte di mia madre è come la mia morte, poiché lei mi ha trasmesso tutte le sue infermità. So come regolarmi circa il mio futuro” [continua]
Parrella e le altre
Un lettore di professione è in primo luogo chi sa quali libri non leggere; è colui che sa dire, come scrisse una volta mirabilmente Scheiwiller, ‘non l’ho letto e non mi piace’. Il vero, estremo lettore di professione potrebbe essere un tale che non legge quasi nulla, al limite un semianalfabeta che compita a fatica [continua]
Nella incerta archeologia dei sentimenti si affacciano i ricordi. (Quanto tempo è passato?) Quanto è cambiato questo paese: le sue strade, le sue case i suoi cavalcavia le sue stagioni. Eppure ci affanniamo a ricercarli – i ricordi – a spolverarli soppesarli analizzarli. Che cos’è la prospettiva? – mi domandavi. Solo un banale punto di [continua]