Bazar
Per Domenico Rea
Ricorre oggi il centenario della nascita di Domenica Rea (8 settembre 1921 – 26 gennaio 1994), scrittore tragico e selvaggio tra i più misconosciuti del nostro Novecento, nato a Napoli e vissuto a Nofi (“questo paese che non riuscii a chiamare mai col suo vero nome”). Pubblichiamo qui “Il Regno”, pezzo iniziale di “Nubi”, un piccolo prosimetro del 1976 dedicato all’infanzia nella terra natia. L’aria onirica e malinconica che vi circola è una delle caratteristiche della sua poetica, e potrebbe invogliare forse alla riscoperta del suo universo immaginifico.
Mentre andavo così con un piede via via più veloce e svagato per una di quelle strade di bellezza difficile ho sentito qualcuno lamentarsi. Un po’ per intuito un po’ seguendo l’immaginazione, sono andato verso i cassonetti dell’immondizia. Ho pensato a un neonato di quelli lasciati a gelare o marcire nell’umido o nel secco. Era un’idea stupida, il lamento (femminile) era disperato, sì, ma di adulto.
Gli interessi
L’altro dentro di noi
Come scrive Stevenson: «Jekyll considerava Hyde, malgrado tutta l’energia vitale di costui, qualcosa non solo di diabolico ma di inorganico. Questo l’offendeva maggiormente, che la melma dell’abisso pretendesse di emettere grida e voci, che la polvere amorfa gesticolasse e peccasse, che una cosa morta e priva di consistenza usurpasse le funzioni della vita».
«Dovevo questo testo a Zibaldoni e altre meraviglie dal 22 dicembre 2002, giorno della sua fondazione. Ci sono voluti 15 anni esatti e un lungo apprendistato affinché venisse fuori. Ringrazio Walter Nardon per averlo indirettamente sollecitato e tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alla crescita di Zibaldoni fin qui, fino alla fine della sua adolescenza, o forse più semplicemente fino alla fine». [Edv]
Per liberarmi di te, con te torno a parlare ancora per quella che confido essere l’ultima volta. Se sin dal nostro primo incontro ti ho fraintesa, e poi più volte mancata, tu lo sai, fu l’ambizione, da giovani (magari anche dopo; non più a queste mie latitudini, spero, non più con quelle cecità); prospettive sovrapposte, [continua]
Inseguire il tema dell’ustione per scaldarmi e bruciarmi al magistero di chi sa additare una via alla parola; mi affido così a René Char poeta-fabbro, poeta-maniscalco, poeta dal grembiule di cuoio – ed ecco la scintilla esplosa fuori dalle braci che brucia e incenerisce quel cuoio. Siamo nelle Vicinanze di Van Gogh, ove appunto “una [continua]
Daddy Love
Il mondo mi è caduto una mattina. Percorrevo i marciapiedi diretto al lavoro, ma non ho raggiunto nemmeno la fermata dell’autobus. Nei meandri bui oltre i miei timpani qualcosa si dev’essere spostato. Muscoletti e ossicini si accavallano, membrane e cartilagini aderiscono. Prima sento come ovatta nei condotti uditivi, poi un torpore tra tempie e mandibole [continua]
Le passeggiate con Antonio Prete negli ultimi anni sono diventate una piacevole consuetudine. L’ultima volta che è venuto nel Salento per presentare il suo saggio Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (Bollati Boringhieri, Torino 2016), previo accordo telefonico, sono andato a prenderlo a casa sua poco dopo le cinque del pomeriggio per fare una passeggiata al [continua]