De libris

“Il peso del Ciao” (L’Arcolaio, 2012) di Francesco Forlani è un libro composito e variegato, esattamente come il suo autore. Animato dalla funambolica capacità di saltare con eleganza da un genere letterario a un altro, dal verso alla prosa, dalla scrittura saggistica a quella militante, Forlani in questo libro di poesie d’amore, d’occasione e di viaggio (del quale pubblichiamo qui la sezione “Canti da ring”) presenta se stesso e la sua incosciente versatilità. Ed è proprio l’incoscienza – ovverosia l’assoluta freschezza del dettato, dello stile e dell’ispirazione – la qualità che forse preferiamo di questo libro, perché oggi l’imperativo è: plastificare tutto, programmare la voce, eseguire lo spartito pedissequamente. E noi, com’è noto, siamo avversari fieri (e incoscienti) dell’oggi.

In questi giorni sta per andare in libreria Il dottor Hartz e altre poesie di Osvaldo Lamborghini, a cura e con un saggio di Massimo Rizzante e Postilla di Alan Pauls (Scheiwiller Libri, Milano 2012). Dopo Borges, è difficile trovare negli ultimi decenni un’opera poetica così originale e inclassificabile. Il mondo di Lamborghini è materiale, violento e crudele come un coltello domestico che una volta preso in mano si trasforma in uno strumento di tortura. Parlando della letteratura argentina contemporanea come di una casa, Roberto Bolaño ha detto una volta che Lamborghini è una scatola dimenticata sulla credenza della cantina: una scatola piccola e piena di polvere. Ma se uno la apre ci trova l’inferno… Presentiamo qui due frammenti dell’Introduzione di Massimo Rizzante e una poesia di Lamborghini.

Ho ripensato a che cosa succede a Starbuck quando il Capitano Achab tira le cuoia nel Moby Dick di Melville quella sera d’ottobre all’Alumni House in University Street a Grand Forks nel North Dakota. In effetti credo che la follia vera che Melville ha voluto rappresentare con Moby Dick raggiunga in quel preciso momento il [continua]

Milos Crnjanski pubblica la sua prima raccolta poetica, “Itaca”, nel 1919, appena tornato dagli sconvolgimenti della guerra. E quando nel 1959 ne cura una seconda edizione, in cui ad ogni poesia segue un commento autobiografico, aggiunge alcuni testi, tra cui “Sumatra”, scritta nel 1920. Sono, questi versi, e il loro commento, il manifesto della poesia [continua]

… I’ vo come colui ch’è fuor di vita, che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia fatto di rame o di pietra o di legno, che si conduca sol per maestria” Guido Cavalcanti Prima ipotesi – uno spettacolo di burattini Leggendo In cuniculum (Edizioni La Carmelina, 2009 – poi Zibaldoni 2013), opera prima di [continua]

In cuniculum

di in: De libris

Presentiamo di seguito alcuni estratti da uno dei libri più sorprendenti degli ultimi anni, In cuniculum,di Lapin [Edizioni La Carmelina, 2009], del quale torneremo a parlare presto. Si tratta dei frammenti iniziali, di alcuni testi narrativi e poetici e dei frammenti conclusivi.   Frammento primo Prima di addormentarmi, attraverso la penombra delle palpebre mi sembra [continua]

C’è una dedica e una cartina geografica all’inizio di Narratori delle pianure. La dedica suona così: ‘A quelli che mi hanno raccontato storie, molte delle quali sono qui trascritte’. La cartina segna gli spostamenti di un anonimo viandante. Chi narra non ha nome. Il suo è un intento antico: raccogliere di paese in paese delle storie [continua]

Una notte, così si racconta, l’imperatore Niceforo fece un sogno straordinario. Sognò, nientemeno, la torre perfetta. La torre esistente era stata iniziata da secoli e già i quartieri imperiali, sistemati agli ultimi piani, venivano spostati sempre più in alto ogni volta che si annunciava il compimento di un nuovo cerchio. Della visione di Niceforo non [continua]

Stavolta andai a zonzo nella direzione opposta, verso le ciminiere. Un sentiero, a sinistra, conduceva al terrapieno della ferrovia, proprio accanto al ponte, e qui potei vedere che uno dei binari correva alle spalle dei terreni della fabbrica; per cui al seguito, sulle traversine bruno torba. Legname, parecchio legname !Imponenti cataste di tavole al coperto delle rimesse; [continua]