De libris

Da qualche giorno ho in casa un libro che aspettavo da tempo. Lo ha scritto il mio amico Livio Borriello. Si intitola “Micame” e lo ha stampato unacasa editrice di Napoli che si chiama Orientexpress. Detto questo adesso sono libero di scrivere quello che voglio e mi pare il miglior modo di aderire alla lezione del libro. Stamattina [continua]

Il mattino seguente piombai sul letto della mamma. Il suo capo tra gli angoli del cuscino come nella storia di Wilhelm Busch. Santo cielo, e aveva giusto pensato che poteva dormire un altro po’. Era così bello, fra il sonno e la veglia. Rigirarsi di nuovo. «Ficca il naso nel cuscino», le diceva sempre suo [continua]

In un passo di Umano, troppo umano di Nietzsche, tratto dal paragrafo Il libro diventato quasi un uomo, si legge: “È cosa che non finisce mai di sorprendere uno scrittore il fatto che il libro, non appena si sia staccato da lui, continui a vivere una vita per conto proprio; per lui è come se [continua]

Ci sono due atteggiamenti comprensibilmente simmetrici nella prefazione di Celati alla nuova edizione di Alice disambientata e nella postfazione scritta da Andrea Cortellessa. Celati mi sembra prenda un po’ le distanze. Quando ad esempio descrive il tipo con il tascapane che alla fine di una delle sue lezioni di letteratura lo sgrida perché non si occupa [continua]

Straordinari e sorprendenti commenti hanno accompagnato l’uscita dell’ultimo libro curato da Gianni Celati, Alice disambientata (Le Lettere, 2007), che per la precisione è la riedizione di una “macchina di scrittura”, avviata a Bologna nel 1976-1977 da un autore collettivo (per lo più studenti riuniti nel gruppo ALICE/DAMS, che all’epoca animava un corso universitario tenuto dallo stesso [continua]

Con le sue mani sottili, Shitao impugna il pennello. Il suo corpo sovrasta il rotolo che ha disteso sul pavimento. Lo ferma con quattro piccoli elefanti di giada verde. Alla sua destra, un piatto dai bordi alti, decorato con rami fioriti di colore blu su fondo giallo, ormai corroso, quasi del tutto, da spessi strati [continua]

1. Non ho ancora trovato il tema di questo racconto. Eppure non possonon scrivere. Scrivere, prendere appunti è un’ossessione che ti corrode la vita. Me ne sto qui sull’erba bruciata di Forte Antenne, a schizzare pigri disegni. Estrella mi guarda ridendo. Riempirò molti fogli di graffiti e di sgorbi e di ghirigori. E alla fine [continua]

Un romanzo familiare che, via via, da storia di esistenze individuali, si trasforma in un affresco dell’esistenza in quanto tale, dell’esistenza nella quale respirano i viventi e le cose, la terra e i suoi colori. Nella storia di due fratelli, nel loro legame fatto di reciproca amara sorveglianza, di distanza sofferta e insieme perseguita, si [continua]

δι’ ένεργείας ές άργίαν… Carlo Michelstaedter I personaggi della raccolta di racconti Storie di solitari americani” (traduzione e cura di Daniele Benati e Gianni Celati – Edizioni BUR, Luglio 2006) li conosciamo da tempo, quasi tutti: quelli più famosi ed emblematici,come il Bartleby di Melville, il Wakefield di Hawthorne e l’Uomo della folla di Poe, [continua]

Fra le tante pagine acute di Bataille, ce n’è una, poco nota, in cui l’autore legge Hemingway e il suo mondo dominato dal valore della forza, alla luce di Hegel e della sua morale del Servo e del Signore. Secondo questa morale, il predominio dei signori sugli schiavi, dei padroni sui servi, si fondava, e [continua]

La grande tradizione del sapere letterario e filosofico è giunta davvero al capolinea? La letteratura, come invenzione di mondi, meditazione sull’esistente e sull’impossibile, conoscenza e interpretazione del reale, dei suoi limiti, della sua parte nascosta e invisibile, è ancora possibile? C’è ancora posto per i classici, in un mondo in cui il sapere è prevalentemente [continua]

[…] Mi viene in mente lo stanzone del “Circolo di cultura Fantuzzi”, che a quei tempi era il circolo degli anarchici del quartiere Fantuzzi, presieduto dal signor Di Bago. Là si facevano spesso delle serate danzanti, oppure dibattiti politici in polemica con i comunisti del quartiere Mame. Ma ora ci vedo grandi tavolate, facce ridenti, [continua]

  XVIII movimento Oggi di nuovo sentirei l’esigenza di raccontare un po’ di Jessica. Forse per togliermi di dosso l’amara presenza di Chiara Longoni, Chiara di nome, Longoni di cognome, che uscito dall’ufficio ho visto passare in bicicletta direzione casa di Ris. Vorrei però, per la prima volta, utilizzare un nuovo linguaggio. Un lessico e [continua]