“. . . adventavit asiuns,/ pulcher et fortissimus” [Nella foto, installazione di Maurizio Cattelan]
“. . . adventavit asiuns,/ pulcher et fortissimus” [Nella foto, installazione di Maurizio Cattelan]

Inattualità

«Una volta noi avevamo questa abitudine di inventarci situazioni, metterci addosso quel che capita, parlarci per ore con gerghi e accenti strani, recitare senza copione e andare avanti per molto tempo così partendo da uno spunto casuale». Con queste parole si apriva La bottega dei mimi, libro ormai introvabile del 1977 di Gianni Celati, Lino Gabellone, Nicole Fiéloux e Carlo Gajani. La scomparsa nei giorni scorsi di Gabellone, ha spinto Antonio Prete a scrivere il seguente testo. Noi abbiamo aggiunto alcune foto che ritraggono Celati e Gabellone, tratte da La bottega dei mimi.

Due o più persone in un luogo pubblico o in un’adunanza qualsivoglia, che stieno ridendo tra loro in modo osservabile, né sappiano gli altri di che, generano in tutti i presenti tale apprensione, che ogni discorso tra questi divien serio, molti ammutoliscono, alcuni si partono, i più intrepidi si accostano a quelli che ridono, procurando [continua]

Carpi, “Festa del racconto”, 4 ottobre 2014: incontro con Gianni Celati, Antonio Prete, Ermanno Cavazzoni. Verso le 20:00, sul palco sistemato nei Giardini della Pretura, è il turno di Celati. Per il modo di vestire sciolto e casuale, e per la sciarpa – ma anche per la faccia lunga, oltre che per una certa luce negli occhi – Celati somiglia sempre più a uno scrittore francese del secolo scorso. Seduto su una sedia bianca, rilassato, esegue il suo intervento lucido, rigoroso e profondo – brioso, ritmato e incantato – che naturalmente soltanto “chi ha orecchie” può intendere. Alla fine della serata, un vecchio pittore commenta: «Bisognerebbe inventarsi più spesso messinscene sospese e folli come questa di Celati, per smontare la macchina per intrattenere rimbambiti che sta diventando la letteratura e l’arte in generale». A beneficio dei nostri lettori, trascriviamo qui (a modo nostro) l’intervento di Celati.

Ci vuole un po’ di follia per non impazzire: una vita lucida, controllata, assennata, porta con sé il triste peso dell’inadeguatezza, che si stempera solo dissetandosi dai calici della dolce non-curanza (follia, insipienza, stoltezza – chiamatela come volete, basta che tenga lontana la coscienza). Pretendere di essere felici al cospetto di un universo sconfinato, e [continua]

Rendiamo omaggio a Paolo Sorrentino e al suo “La grande bellezza”, pubblicando un estratto da un testo di Michel Foucault, scritto all’epoca per l’opera di Proust, ma validissimo anche per il film appena premiato del nostro compaesano esimio.

Per chiudere l’anno in bellezza, Massimo Rizzante ci fa dono di un articolo che affronta la questione della letteratura e della sua necessità da un punto di vista inconsueto e, nonostante le apparenze, ben poco alla moda. Un testo che, mentre va al di là delle chiacchiere e delle elucubrazioni accademico-giornalistiche, cerca di raggiungere il “medio” tra Oriente e Occidente – rappresentando inoltre la migliore “razo” dell’ultimo libro di Rizzante, “Scuola di calore” (Effigie, 2013).

Sono amico di un vecchio che già da un pezzo ha superato gli ottant’anni. Lo incontro al bar, dove mi fermo qualche volta a parlargli. Seduti a bere un caffè, gli racconto come mi vanno le cose perché lui mi chiede sempre: “Tutto a posto?”. Poi anch’io chiedo a lui se tutto è a posto, [continua]

Lingue fioriscono affascinano inselvano e tradiscono in mille aghi di mutismi e sordità sprofondano e aguzzano in tanti e tantissimi idioti Lingue tra i cui baratri invano si crede passare – fioriti, fioriti, in altissimi sapori e odori, ma sono idiozia Idioma, non altro, è ciò che mi attraversa in persecuzioni e aneliti h j [continua]

A poche ore dalla scomparsa di Steve Jobs, fondatore dall’azienda informatica Apple, i navigatori del web – come sempre, i più rapidi testimoni dell’opinione pubblica – si distinguono tra commossi e indifferenti; tra coloro che rimpiangono, nella morte del celebre informatico, la scomparsa di un exemplum positivo, quello dell’uomo nuovo giunto a realizzarsi nonostante le [continua]

XVb Nei costumi del sesso il Signore si deve condurre in modo tale da non far periclitare lo Stato. Mai infatti deve presumere che gli atti suoi restino contenuti nella camera da letto, perché, per lo contrario, sono portati ai quattro angoli del globo dalla voce dei vicini prima e poi da quella del volgo. [continua]

Ritorna a Napoli Gianni Celati, in compagnia degli amici Cavazzoni, Rizzante, Schneider, per interpretare una singolare “Recita”, organizzata dalla Fondazione “Premio Napoli” a Palazzo Reale per il 22 marzo (ore 17:30), incentrata sulla pubblicazione del suo ultimo libro, “Sonetti del Badalucco nell’Italia odierna” (Feltrinelli 2010), in cui lo scrittore emiliano ricostruisce la vita, i pensieri e le opere [continua]

È probabile che la probabilità renda sicuri?” Pascal, Pensieri (599-908) Il mio primo ricordo di un film di Eric Rohmer è l’immagine di una spiaggia in estate. Una spiaggia vissuta con lentezza, quasi astratta, con lo sciabordio del mare a fare da contraltare al rumore sottile dei pensieri del protagonista. Tutta una pellicola basata sul nulla di [continua]