La solitudine di un dimesso presente, per quanto affollata, spinge molti abitanti delle province più lontane a prendere la penna e a guardare compunti al passato, in cerca di un soggetto che abbia in sé grandezza epica, afflato lirico. Eruditi freschi di studi universitari tratteggiano, in volumi densi di note e dalla bibliografia imponente, la [continua]
Da una provincia di confine
Quassù, dalle mie parti, vivono personaggi che vale la pena braccare. C’è ad esempio un tizio, un vecchietto tutto rughe, pallido come un agonizzante, che si fa spesso vedere ai vernissages e alle premières – ovunque ci sia da scroccare cibo e vino gratis. Non gli importa nulla di quadri, libri, conferenzieri: se ne sta [continua]
Me la immagino, la prima espressione sul volto dei musicisti che giungono quassù in provincia a suonare d’estate. Sono giovani, giovanissimi a volte, la faccia liscia degli adolescenti che fanno atletica, le mani grandi e robuste da adulti; oppure vecchi, a volte vecchissimi, leoni in disarmo, reliquie di epoche e di scuole interpretative passate, tutti [continua]
L’altra volta si parlava di provincia, in particolare di quella marginalità chiusa e soffocante che caratterizza i luoghi di confine e di montagna. Tra i più lividi narratori di questa condizione ho trovato alcuni autori di lingua romancia pubblicati (in traduzione) dall’editore Casagrande di Bellinzona: scrittori ispidi, che nulla concedono e quasi sembra vogliano negarsi [continua]
Scusate, non voglio buttarmi a parlare per forza anch’io di provincia. Molti l’hanno già fatto, e bene, molti ancora lo stanno facendo. I territori bituminosi delle province di pianura e di montagna alimentano felicemente la letteratura italiana, e tanti hanno già riflettuto assai meglio di me su questo rapporto fecondo tra invenzione letteraria e geografie [continua]