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La debolezza umana del letterato dalla coscienza sempre incerta si era già adombrata nelle correzioni finali di una canzone, in cui Santagata mette magistralmente a frutto la conoscenza filologica e variantistica per illuminare in narrazione un carattere: la verità nichilistica di “nessuna sopravvivenza in terra, ma anche nessuna vita dopo la morte. Il male e il nulla. Un lampo di luce il buio perfetto. Questo è tutto: un niente”.

Un sentimento quasi dolce invade il protagonista colpito alla schiena, che nella notte mischia il corpo abbandonato con la natura, in un suggello drammatico, forse prevedibile, ma comunque decisamente riuscito sul piano narrativo. Tanto da fare di Bartolini e del suo romanzo uno tra i migliori rappresentanti di quella seconda fila, dietro ai Fenoglio, Calvino, Meneghello.

Quante volte Dante cerca di abbracciare qualche cara ombra nel regno dei morti. È un gioco del pieno e del vuoto, una ripetuta sottolineatura gestuale dell’eccezionalità del suo viaggio, ma anche una profonda pena. Il poeta ci ricorda una cosa banale e fondamentale insieme: c’è bisogno d’un corpo per poter dare un abbraccio.

E quando, più normalmente, ci sarà un altro corpo da abbracciare, di congiunti, affetti stabili ed amici? Il massimo contatto della più estesa superficie possibile che aderisce. Quando l’abbraccio è reciproco un otto si disegna, mai perfetto perché ogni corpo è diverso e diversamente irregolare, ma quasi un’intersezione tra i due circoli. Spesso le braccia femminili tendono l’anello verso l’alto, quelle maschili verso il basso dell’ultima vertebra, a volte le rispettive mani, anch’esse intrecciate, replicano in piccolo la saldatura.

Questo testo è stato pubblicato l’anno scorso in un volume edito da Lubrina con lo stesso titolo; era stato scritto da tempo, ben prima dell’era Salvini per intenderci. Si trattava di una tendenza dominante, che chi sa se, come dicono molti, sarà superata da un nuovo dopoguerra più solidale ed umanitario. O se l’idea del “virus cinese” tornerà subito a riprendersi il campo. [A. V.]

“Colpa di uno scrittore che non ho mai sopportato… Bukowski sta penna… quando uno ne parla bene diffido… tre antipatie americane ci ho, molto ben sviluppate… Fitzgerald, il cazzone… Salinger, l’idolo dei poveretti… e Bukowski!”. Seguire questa dichiarazione, tratta dal romanzo di Michele Mari Le Rondini sul filo, porterebbe al facile gioco di parole, rispetto [continua]

Il racconto Sentimentalismo di Villiers de L’Isle-Adam mette in scena un elegante e crudele minuetto dialogato tra la donna e l’artista, ricco di riflessioni estetiche e psicologiche. Lo seguiremo pertanto passo passo, chiosandone gli aspetti più interessanti dal punto di vista della psicolgia della letteratura (intesa come psicologia dell’artista, dei suoi processi creativi e del [continua]

Nel discorso d’insediamento per il semestre italiano della presidenza europea (2 luglio 2014) Matteo Renzi afferma “il dovere di riscoprirsi Telemaco e di meritarsi l’eredità europea”. Ne fa un discorso generazionale, rivolto a coloro che, come lui, non erano ancora maggiorenni ai tempi di Maastricht. Al di là dell’occasione contingente va colto tale autobattesimo, riprendendo [continua]

Gli esseri fantastici giungono a noi, vividi nell’immaginazione di precoci letture scolastiche e pure un po’ consunti pel viaggio nel tempo, dalla mitologia e dalla letteratura classiche. Passano attraverso il Medioevo – “corpolentissimo” altrettanto per fantasia e ignoranza – fissandosi nei bestiari e talvolta trasformandosi come il Cerbero, i Centauri, la Medusa e altre creature [continua]

Compie dieci anni Gomorra di Roberto Saviano, una delle opere più lette e discusse della letteratura italiana del nuovo secolo. Ha dato vita a molta produzione seconda sul suo statuto di genere, sul ruolo di (presunto) testimone del narratore, sullo stile e naturalmente sul valore disvelativo degli argomenti trattati. Tra questi sceglierei di tornare sul [continua]

“Lei è il signore che chiude?”, mi ha gridato oggi pomeriggio un bambino, intento a giocare con un altro alla rotonda della Besana, temendo che io fossi il custode che chiude il cancello a una certa ora. “No, sono il signore che apre!”, gli ho gridato in risposta, continuando a camminare a grandi passi sotto [continua]

Cento anni fa, in novembre, nasceva a Coderno del Friuli David Maria Turoldo, che è stato molte cose. Sacerdote in direzione ostinata e contraria, soprattutto, e poeta. All’interno di questa produzione ispirata dai testi biblici sta anche un gruppo di poesie riferite direttamente alla Resistenza. Camillo De Piaz, confratello e sodale di Turoldo fin dal [continua]

Per noi che scriviamo da queste parti, cioè pasticciamo di letteratura, è sempre istruttivo andarlo a trovare, perché chiaramente Mirando Haz è ciò che vorremmo essere e non siamo, un artista integrale. Gli dedico allora un Alfabethaz di presentazione (occhio al capolettera). Anche gli elenchi telefonici parlano: “Pieragostini Nob. Amedeo”, c’è scritto su quello di [continua]

Sono ormai alcuni decenni che si riflette sulla crisi della critica letteraria da volume e da giornale. Ciò all’interno del più vasto panorama entropico dei saperi umanistici e della perpetua contrazione della lettura in Italia. In particolare della cosiddetta critica militante di cui, nonostante molte ottime penne, si lamenta una perdita di autorevolezza e di [continua]