Vorrei però richiamare la tua attenzione sui fastigi di una Repubblica delle Banane che è tutt’uno con il proprio esercito, civile e militare: tra una carezza e un bacio, i militi ignoti stanno disboscando mezza selva maya per far posto alle rotaie del treno a diesel che finalmente sterminerà – ed era ora! – i moscerini autoctoni, una piaga particolarmente invisa ai vacanzieri e agli oleodotti.
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Ero certa di recarmi ad una riunione di condominio allargata nello spazio, un’assemblea fra gente che condivide non i piani di un palazzo ma strade innumerevoli di villette, giardinetti, parchi, slarghi, fossati e ruscelli. E che, pure, non e più numerosa di un qualsiasi palazzone di Roma. Siccome da queste parti alla gente gli piace [continua]
Me ne stavo al computer insieme a mio marito a sbrigar faccende, una domenica sera, e abbiamo sentito un paio di grida, nella strada. Abbiamo pensato che era strano, che una voce umana rompesse la perfetta calma del suburbio residenziale. Sopratutto nella sera buia e immobile del suburbio residenziale. Ma siccome le grida erano brevi [continua]
«Vedremo la natura grande, grande che ti ci senti perso. Le strade lunghissime dove non incroci nessuno e ti senti libero. I motel dove non devi nemmeno scendere dalla macchina, lo dicono già dalla strada se c’è posto e quanto costano, e sono dappertutto, non devi mai programmare niente. Tutto facile, in America… Vedrete».
Primo uragano Il vento sale e si spande, rincorre se stesso, incurante degli ostacoli. Che sibilano e ruggiscono, soffiano, scricchiolano. I camini e le ringhiere, gli spigoli, le foglie. Tutto ha preso vita e fa rumore, animato da questo vento pazzo. Le saette fanno rapidi tagli bianchi nel buio e dopo pochi secondi arriva il [continua]