Dopo quella volta mi recai da lei di notte, ogni volta che potevo. Giuditta passava le giornate per lo più tutta sola, mentre io facevo lunghe escursioni per disegnare, oppure dovevo starmene silenzioso e con un’espressione grave in casa del maestro come in una scuola di sofferenze. Così in quelle notti avevamo di che chiacchierare [continua]