È interessante e significativo che Agamben scriva del viso come “luogo”, vale a dire come spazio in cui lo sguardo si sofferma e la mente imprende a meditare; “bel viso” significa, evidentemente, viso sul quale non si danno a vedere “ parole non dette e […] intenzioni rimaste incompiute”, ma dove, come accade in certi luoghi, è il silenzio a manifestarsi il quale, cesura nel brusio costante del vivere, invita a fermarsi, a indugiare, a meditare, appunto.