Il flauto stridulo di Per un pugno di dollari, semiscala discendente che è l’esatta versione speculare dello zufolo con cui Papageno risponde al richiamo di Tamino nel Zauberflöte, e come quel flauto ogni segmento tematico che Morricone sbriciola lungo i “suoi” film, è come una lama invisibile il cui scatto libera immediatamente i personaggi di quelle lardosità che usiamo chiamare “psicologia”, restituendo loro la grazia terribile della marionetta.