Per quanto abbia accumulato una vasta cultura da autodidatta, Twain non è mai diventato un letterato e ciò costituisce l’interesse e il divertimento di questo libro, perché il suo sguardo sulla realtà linguistica del tedesco nel corso dei ripetuti e vani tentativi di padroneggiarlo – come le sue avventure grammaticali, che gli suggeriscono subito proposte di riforma – resta appunto quello di un narratore e non quello di uno specialista.
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In seguito alla pubblicazione di Sibber (Effigie, 2014), di cui avevamo dato una breve anticipazione sulla nostra rivista (e anche a seguito di varie recensioni uscite sul libro, che hanno sollevato questioni degne di approfondimento nella riflessione sulla letteratura odierna), ho chiesto a Walter Nardon di parlare più direttamente della narrazione e di vari aspetti della pratica narrativa. Questo è il risultato della nostra conversazione, che è anche il primo testo di una nuova rubrica della nostra rivista.