Minuzie, si dirà: ognuno è libero di avere lo stile che gli pare. O no? Secondo noi no: un ministro non è libero mai: è viceversa un servo. E dal servo della cultura esigeremmo, in ogni occasione, degli scritti che non sembrino redatti con la penna in una mano e il telefonino nell’altra, cinque minuti prima di andare in onda (ovvero, dato che oggi si preferisce così, in rete…).