Scriveva Kafka il 9 marzo 1922, non molto più di un anno dalla morte: “E se uno soffocasse per propria iniziativa? Se, a furia d’insistere a osservare se stessi, l’apertura dalla quale ci si rovescia nel mondo diventasse troppo piccola o si chiudesse del tutto?”. Ora questa immagine del suo stesso accanito diarismo Kafka potrebbe prestarla in modo calzante all’atteggiarsi monologico del teatro novecentesco.