Nell’intervista riaffiora la verità inquietante di un linguaggio che non rivela, ma opacizza la realtà – un linguaggio che non fa parlare le cose, ma le scova nel loro mutismo essenziale, nel loro apparire abbacinante e insensato… a quel punto il linguaggio appare in sé, come qualcosa che sostiene il cerimoniale che rimuove l’apparire muto e insondabile.