“Poche parole che non ricordo più è come un sogno inafferrabile. Il lago attorno a cui si svolge la narrazione ha evocato in me l’immagine della pozza d’acqua, di un verde misterioso e abissale, che mi fu rivelata dall’indovino Ambakene del villaggio dogon di Yendumma, acqua protetta e segreta, nascosta tra le rocce nel cuore del villaggio, sacra perché in essa era tutto il sapere del tempo antico, passato e presente” [B. F.]
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“Il diritto lo so a che cosa serve, serve a tenere a bada il rovescio”. La voce narrante di Poche parole che non ricordo più sta parlando proprio del diritto con la D maiuscola, e con un aforisma di quindici parole sintetizza così il rapporto tra la Legge e il suo lato nascosto, l’infrazione che [continua]